lunedì 25 agosto 2014

Pedala pedala

CLAK… CLAK… e sono un tutt'uno con la bici.
Sono le sette del mattino e questo è il rumore delle mie scarpette da ciclista che si agganciano ai pedali. Sganciarsi dai pedali non è facile, un principiante deve mettere in conto 3 cadute, poi impara a staccare il piede con un movimento secco anche all'improvviso, oppure, come ho fatto io, si rende conto che, per quanto provi e riprovi prima di partire, non ci riuscirà mai e quindi diventa prudente, si sgancia col dovuto anticipo, niente surplace agli incroci come fanno quelli bravi.
Ho la tutina, i guantini e la borraccia zuccherata per evitare svenimenti. Son partito digiuno.
L’aria è freschina, il cielo è nuvoloso. Ho infilato una paginona di giornale piegata in quattro nella salopette a coprirmi stomaco e pancia, che fa un po’ vecchia maniera e mi salva dal dover indossare giubbini ipertecnologici e super-traspiranti, inutili orpelli che dopo un paio di chilometri mi toglierei per il troppo caldo.
Il giro è di circa 35 km in pianura, un’ora e mezza abbondante in mezzo alle campagne dell’alto mantovano. Allora ecco sei pavoni in una corte agricola, e poco più in là quattro cicogne in un prato, circondate da giovani aironi ancora bianchi. Li vedo sempre anche quando passo di qui nelle mie camminate, una mattina ci ho visto anche un cucciolo di leprotto che correva a rifugiarsi tra l’erba alta della riva di un fosso. Più avanti un paio di grole (cornacchie grigie) banchettano con i resti di qualche animale perito sulla strada, e dall'alto di un’antenna sul tetto di una casa due gazze ladre attendono di vedere l’oro in bocca al mattino. Da qualche parte, non viste, tortore insolenti tubano ininterrottamente.
Io intanto pedalo, per un po’ tengo un rapporto abbastanza morbido perché ho fatto poco stretching e ho bisogno di scaldarmi un po’. Vedo i passeri radunati sui fili della luce, forse c’è da prendere qualche decisione:

- CIP CIP CIP [Allora, si parte?]
- CIP CIP [Mah, mi sembra un po’ presto, fa ancora abbastanza caldo.]
- CIP CIP CIP [Col cavolo! Stanotte faceva un freddo della madonna e ho dovuto tirar fuori la copertina in pile!]
- CIP CIP [Per me non c’è problema, basta che non conduca lo stormo il pirla dell’anno scorso, che doveva farci raggiungere i paesi caldi e invece ci siam ritrovati a OSLO.]
- CIP CIP CIP [Sì, bravo, senti, e del passero solitario si sa qualcosa?]
- CIP CIP [Bah, se continua così mi sa che non la trova più la morosa, e mi sa neanche quel ciclista che sta passando adesso…].

A circa metà percorso il pericolo più grosso: la statale. Occorre assicurarsi di aver sganciato i piedi dai pedali prima di attraversare. Io il piede lo metto giù comunque sia. Di solito la statale è molto trafficata e le auto sopraggiungono ad alta velocità anche se ci sarebbe il limite dei 70 km/h. Dal punto da cui attraverso c’è poca visuale, serve guardare bene. Fortunatamente è ancora abbastanza presto, la strada è deserta, attraverso tranquillamente. Poi altri campi, granoturco, soia, qualche vigneto. Un fagiano sul bordo della strada mi vede e invece di volare subito via o rifugiarsi di lato tra l’erba alta si mette a correre lungo la strada. Stupido fagiano penso, probabilmente è uno di quelli allevati in cattività che poi vengono liberati per il ripopolamento. Non sanno come sfuggire ai predatori, non hanno l’istinto. D’un tratto rinsavisce e FLAP FLAP FLAP vola via verso il mais. Finirà presto nel carniere di qualche cacciatore.
Attraverso un piccolo paesino, la frazione di un comune, poca gente in giro, un paio di anziani mi osserva passare dalle vetrate di un bar. Comincio a sentire un po’ di affaticamento, mando giù qualche sorsata di acqua e zucchero, mi sto avvicinando alle colline, e la strada, anche se minimamente, comincia ad andare in salita. Le salite serie un tempo le facevo, poi ho avuto qualche problema al ginocchio e ho smesso, adesso forse potrei. Sono sempre tentato di prendere un’altra strada e inerpicarmi su fino in cima, ma non voglio infortunarmi e guastarmi i pochi giorni di ferie che mi rimangono, così rinuncio. Magari quando sarò un po’ più allenato mi dico.
Ecco, la strada è impercettibilmente in salita, mi stupisco sempre perché visivamente, anche rispetto alle case che dovrebbero fare da punto di riferimento, sembra in piano e invece tocca spingere di più. E’ in salita, infatti ad un certo punto, girando a sinistra, si scollina e comincia una bella discesa. E’ il momento giusto per piegarsi giù sul manubrio e diventare aerodinamici, godersi un po’ di velocità, recuperare il tempo perduto. Poi altro attraversamento della statale, ma in un altro punto, e sono già sulla via del ritorno. Giusto il tempo di fermarsi per un autoscatto, con il cellulare tenuto in piedi dalla borraccia ormai quasi vuota. Ancora un po’ di pedalate e si è a casa.

Visto da una certa distanza sembro anche un bel ragazzo


sabato 23 agosto 2014

MAR MORTO – UN CASO MAI RISOLTO

Che io mi son sempre chiesto: ma del Mar Morto si conoscono le cause del decesso? Un mio amico che c’è stato ha trovato sulla spiaggia dei segni di trascinamento, ma potrebbero essere stati fatti da dei bambini per la pista delle biglie.
E il Mar Caspio e il Mar Egeo? Sono stati sentiti come persone informate dei fatti? Il Mar dei Sargassi ha un alibi per quel giorno?
Il Mar Nero è sicuramente così perché è in lutto.

Lo stretto dei Dardanelli ha lanciato un appello: chi sa, parli.

[Ispirato da un ragionamento fatto con la blogger un tempo nota come Miss Pepita]


giovedì 21 agosto 2014

SPOT

La coppia degli spot di Trivago (portale ricerca hotel) è molto bella. Lui, barbuto con i capelli lunghi raccolti, uomo immagine della Cioccorì in Portogallo che nel tempo libero faceva le rapine agli anziani, assaltando un furgone portavalori ha fatto un mucchio di grana, per cui adesso è in fuga, ricercato dalle polizie di mezza Europa, in più la Cioccorì gli ha fatto causa perché si è licenziato senza dare il preavviso; adesso gira per gli hotel con il passaporto scaduto di un suo cugino brasiliano, e si spaccia per un pezzo grosso della new economy anche se non sa usare internet, per questo paga un botto di pernottamento. Lei si vede subito che è una scappata di casa, ha già passato due notti in stazione, poi ha visto nel www che in quell’hotel lì si pagava poco e ci è andata col secondo fine di portarsi via l’accappatoio e il pregiato copriletto in broccato. S’incrociano un paio di volte sempre in accappatoio, poi si ritrovano in ascensore prima di andare via, lui fa una puzzetta che scompiglia il ciuffo della ragazza e scoppiano tutti e due a ridere. Questo è il primo spot, adesso ce n’è un altro con lei che dice “portami a Berlino”. A Berlino lei ha dei parenti a cui chiedere di farsi ospitare, lui è contento perché a forza di girare per gli hotel più costosissimi d’Europa ha quasi finito i soldi e vorrebbe iscriversi a un corso per imparare l’internèt. I parenti però pur di non ospitarli vendon fuori la casa ed emigrano in Australia, per cui tocca prenotare una suite imperiale in un albergo per vedere la semifinale BRASILE-GERMANIA, lui per fortuna non è brasiliano se no si sparava nelle gonadi. Alla fine si lavano i denti con indosso gli accappatoi che avevano rubato all’hotel dell’altro spot. Questo nessuno l’ha notato.

IL NUOVO ANNO (37)

E lascio qualcun altro qui a morire al mio posto, un bambino che la vita non sa da che parte prenderla, da dove incominciare, nascosto con gli occhi sbarrati per la troppa paura del mondo, e facile da scoprire mentre finge che va tutto bene, che la recita va portata avanti fino alla fine. Troppa la rabbia, la vergogna, l’imbarazzo per le cose semplici che non ha mai imparato a fare, poca la speranza di trovare ancora una piccola luce dietro l’ultima porta a cui vorrebbe bussare.
Lascio qualcun altro qui a vivere al mio posto, le prime volte le lascio qui davanti all'uscio, messe tutte in fila, che se le venga pure a prendere l’uomo dell’ultima speranza, quello che arriva quando le luci son già tutte spente, quando alla fine manca appena un istante. Che se le goda lui le esperienze nuove di zecca e i sogni nel cassetto ancora imballati, mentre per goderseli sarà impegnato a dilatare il tempo, con i conseguenti danni, io sarò già nel nuovo anno.

lunedì 11 agosto 2014

ARCHIVIO


Quando sono in ferie ne approfitto sempre per mettere in ordine il mio archivio.

Nel dettaglio partendo da sinistra:

- VARIE: ricevute fiscali per manutenzione auto, multe, pagamenti bollo e assicurazione, ricevute versamenti quota associativa per società di cremazione con relativi opuscoli promozionali.

- LETTERE D'AMORE: scritte bene, scritte male, scritte senza cognizione di causa; copia carbone di quelle spedite e originali di quelle mai spedite.

- TITOLI 1 e TITOLI 2: due o tre estratti conto finanziari con grafici andamento indice NASDAQ messi all'inizio giusto per far da copertura, poi foto di donne nude catalogate in ordine di simpatia.

- BUSTE PAGA: stipendi, estratti conto INPS, lettere di richiamo, comunicazioni gratifiche e aumenti di stipendio, proiezioni del fondo di previdenza che mi dicono che andrò in pensione nel 2045.


lunedì 7 luglio 2014

Libri pubblicati senza avvertire prima - SPÜSÙR - La pratica del non lavarsi

SPÜSÙR - La pratica del non lavarsi
di Giorgino Giorginich
Maltolto Editore

Anno 2365, le province di Mantova e Brescia, in lotta da millenni, d’improvviso si alleano e conquistano il mondo! Com’è possibile? Tutto ruota attorno all’industria del sapone: ormai germi e bacilli sono stati debellati e i pochi che sono sopravvissuti scappano appena li minacci con un bastone, e allora che senso ha lavarsi ancora? Angelinos Setentaysiete, giovane incensurato che non ha mai trovato la morosa, scopre accidentalmente che una sostanza contenuta nel sapone viene utilizzata per controllare le menti delle persone, grazie ad essa una ristretta cerchia di individui (tutti ex dipendenti della Badedas autoproclamatisi padroni dell’universo) tiene soggiogata l’intera popolazione del globo. Angelinos, insieme a un manipolo di rivoltosi deciderà di smettere di lavarsi, al massimo tenere giusto due o tre foglie di menta e basilico sotto le ascelle, ma non di più.


lunedì 23 giugno 2014

Libri pubblicati senza avvertire prima - L'ACERO CONTUSO

L’ACERO CONTUSO
di Gaetano Sdrulli
Zazuzzi & Cremini Edizioni

Trama: un uomo, uscendo di strada con la macchina, va a sbattere contro un acero e lo spezza in due, siccome ha quasi quarant'anni e non ha mai avuto la morosa nessuno gli dice niente, la mattina seguente però viene trovato morto assassinato. L’acero finisce subito nella lista degli indagati.
L’ispettore di polizia a cui viene assegnato il caso s’innamora dell’acero ed intreccia con esso una torbida storia d’amore che lo porterà ad occultare e manipolare le prove del reato. L’acero dal canto suo ha un alibi di ferro per l’ora dell’omicidio: si trovava al cinema a vedere Spiderman 2 con il procuratore della repubblica; per cui non si capisce bene perché l’ispettore si dia tanto da fare a depistare le indagini. Forse è stato lui.

lunedì 16 giugno 2014

Gatto fotogenico

Una bella razza di felini che c’è adesso in giro è quella dei gatti che compaiono nei notiziari o nei servizi delle trasmissioni televisive agro-alimentari. Essi si piazzano dietro l’intervistato e l’intervistatore leccandosi con noncuranza una zampa, poi, posizionati al centro della scena in modo che si vedano anche stringendo l’inquadratura, cominciano a strofinarsi la zampetta umida sul muso fino a ridursi rovesciati con la gamba posteriore dritta in verticale a cercare di lisciarsi con la lingua il pelo del sotto-coscia.
Molti telespettatori poi non riescono a seguire il servizio e chiamano in redazione per chiedere come si chiama il gatto, se comparirà in altri servizi che manderanno in onda, se è del posto o ce lo portano loro, e se lo si può conoscere di persona previo appuntamento.


venerdì 13 giugno 2014

TREZZO D'ADDA I AM COMING

Se mi gavesse a to età e a me esperiensa
Mi no staria mai dentro qua come un semo imbalsamà
Se mi gavesse a to età e a me esperiensa
Mi no staria mai dentro qua ma co na tosa imbrecanà

(Se io avessi la tua e la mia esperienza
non starei mai dentro qua come uno scemo imbalsamato
se io avessi la tua età e la mia esperienza
Non starei mai dentro qua ma imboscato con una ragazza)

ADSL - RUMATERA



Il fatto è che ci sarebbe proprio da uscire, a recuperare almeno un briciolo del tempo che ho perduto. Ci sarebbe da andare per esempio a Trezzo d'Adda,  e non per le persone che potrei incontrarci, ma almeno per dimostrarmi che posso prendere su e andare dove voglio e quando voglio, senza pensieri. Ma le poche energie che ho mi bastano a malapena a tirare avanti, a rimandare il crollo nervoso che non potrei sopportare oggi, e che domani, andando avanti così, so che mi distruggerà. E quello che aspetto è un miracolo, un cambio di vento, che le cose si sistemino da sole, perché io non so aggiustarle, e anche a volerci provare mi manca la forza, il coraggio, la fiducia. 

giovedì 12 giugno 2014

Primo secolo, perché?

Secondo me l’ordine dei secoli è sbagliato, prendiamo ad esempio il primo secolo dopo Cristo, se è arrivato dopo Cristo vuol dire che nell'ordine d’arrivo al massimo è arrivato secondo, quindi sarebbe il secondo secolo, a meno che Cristo sia stato squalificato a fine gara. Per quanto mi riguarda io li metterei a pari merito.


lunedì 9 giugno 2014

Libri pubblicati senza avvertire prima - L’IMMOTIVATO ENTUSIASMO NEI PRIMATI

L’IMMOTIVATO ENTUSIASMO NEI PRIMATI
di Antonio Sicumera
Tirabusciò Editore

Questo libro indaga le ragioni della contentezza di certi individui nel cimentarsi in prove assurde per le quali verranno trattati come fenomeni da baraccone e scherzati per il resto della loro vita: cosa li spinge a fare salti di gioia dopo essersi chiusi ripetutamente la lingua in una trappola per topi o dopo aver trascinato con le orecchie una locomotiva a vapore? Che cosa rende così felice l’uomo che ha ripetuto più volte la terza media? Come sta l’uomo che ha avuto più coliche renali al mondo? A questi e ad altri interrogativi il libro risponde in maniera dettagliata ed esaustiva.


giovedì 5 giugno 2014

Canarino

Mi telefonano a casa per offrirmi un controllo gratuito dei tubi del gas, poi ci sarebbe da valutare o meno, senza impegno, l’acquisto di un dispositivo che rileva le fughe di gas.
Risposta: - guardi, noi facciamo come i minatori di una volta: appendiamo una gabbietta con un canarino, se il canarino sviene evacuiamo l’area. Sì, c’è il rischio che il canarino svenga solo per farci prendere spavento ma è un rischio che possiamo accettare; il canarino ha anche funzione antifurto, in caso di intrusione prima spara e poi chiede “chi va là!”. Eventualmente si sbarazza del cadavere alla vecchia maniera: mangiandolo.

lunedì 2 giugno 2014

Il figlio di Giuseppe

Sabato mentre cammino nel parcheggio di un centro commerciale vengo affiancato da un'auto con un tizio che dal finestrino abbassato mi urla "MA NON HAI VISTO CHE TI HO SALUTATO?!". Io, che ero assorto nei miei pensieri, prendo paura, non riconoscendolo il mio istinto paranoico si accende, dai suo modi di sicuro è uno che vuole farmi una truffa.
"Scusa ma non ti conosco" gli dico, mantenendo una certa distanza di sicurezza, che non si sa mai.
E lui: "SONO IL FIGLIO DI GIUSEPPE", come dire: sono il figlio di uno che conosci.
"Non so chi sei..." gli dico e mi allontano come a raggiungere la mia auto altrove, anche se la mia auto è lì a due metri, perché è probabile che mi blocchi mentre salgo e non voglio che mi attacchi la pezza, che poi mi arrabbio: in primo luogo perché vuole fregarmi, secondo perché mi ha creduto un tontolone (va beh, che la faccia ce l'ho) e terzo perché so che pur di levarmelo di torno mi riduco a dargli dei soldi; e quindi c'è il rischio che mi scappi qualche parola cattiva, qualche gesto sgarbato, e se si viene alle mani finisce che le prendo.
Lui se ne va senza aggiungere altro, per cui torno sui miei passi e salgo in auto dandomi del paranoico, che probabilmente era in buona fede e mi ha scambiato per qualcun altro, che sono pessimista e non ho fiducia nel prossimo.
Poi svolto l'angolo, stessa tecnica, sta abbordando un altro che come me non gli dà corda. Mi fermo al negozio di elettronica, tempo due minuti e lo rivedo che gira in cerca di una preda.
Rifletto che ci sarebbe da avvertire la polizia, i carabinieri, qualcuno, ma per dirgli cosa?

Rivedendomi mentalmente la scena poi mi rimprovererò per aver detto "non so chi sei" invece di un più convinto e perentorio "non so chi tu sia!".  

mercoledì 28 maggio 2014

Mastro Lindo - Giornate Memorabili

Come quella volta che è venuto in palestra quello che faceva Mastro Lindo negli spot dei primi anni 80: ha fatto 3 serie da 12 con il bilanciere da 200 kg ed è andato via subito* lasciando un fresco odore di pulito.

 * Aveva un appuntamento con l’Incredibile Hulk


Le donne dei siti d'incontri

Le foto delle donne dei siti d'incontri mediamente sono di qualche anno fa. Loro sembrano più alte e slanciate di quanto non si capisca....