giovedì 26 luglio 2012

-30

L'altro giorno rientrando in ufficio ho trovato un foglio sulla scrivania con sopra scritto in grande "DICONO -30". Dato che chi l'aveva scritto era il mio capo/collega/vicino di scrivania, e dato che si trovava ancora in ufficio, ho chiesto lumi a lui, risposta: -secondo te?
E io, riflettendoci un po': -boh, non mi viene in mente niente, cosa vuol dire -30?
E lui: -ma sì che lo sai...
Ho capito che si trattava di argomento top-secret e che non voleva dirmelo per non farsi sentire dagli altri componenti dell'ufficio (ecco perché l'aveva scritto anziché riferirmelo appena rientrato), io però non riuscivo a dare un senso a quel "-30", a me faceva pensare solo alla temperatura e mi sembrava poco probabile che sarebbe diminuita di tanto, allora ho insistito: -scusa, ma non mi viene in mente proprio niente.
Al che mi ha fatto il gesto delle forbici con le dita.
Ho capito all'istante: tagli al personale.
Con la cassa integrazione di 8 ore a settimana si arriverà fino alla fine dell'anno, poi scenderà la scure su 30 di noi. Ho fatto un rapido calcolo e ho stabilito di avere il 50% delle possibilità. Mi sono stupito nel rendermi conto che una seppur piccola parte di me sarebbe contenta se fossi lasciato a casa, una piccolissima parte che pensa in positivo, che crede di trovare aria nuova, una spinta, nuovi stimoli, qualcosa di meglio insomma; poi c'è l'altra parte di me, la più grossa, quella che fa finta di niente e cerca di non pensarci, che dice "quando lo saprò deciderò il da farsi, adesso cosa posso fare? Guardarmi in giro e deprimermi nel vedere la miseria che c'è in giro? Sì, forse sarebbe meglio! O.k., magari dopo le ferie mi ci metto!"

giovedì 12 luglio 2012

L'AMORE AL GIORNO D'OGGI

Per un certo periodo della mia vita ho creduto che bastasse dichiararsi alla persona amata per esserne automaticamente ricambiati. Riconosco che, se così fosse, sarebbe abbastanza triste perché ridurrebbe il tutto ad una questione di tempestività. Forse però un po' ci credo ancora, il rifiuto mi stupisce sempre, cioè me l'aspetto, ma un po' ci rimango spiazzato. Anche perché prima di dichiarasi uno cerca dei segnali positivi, e disgraziatamente li trova, perché si trova in uno stato alterato di coscienza che lo porta a interpretare male gli atteggiamenti del suo oggetto del desiderio: - Ma come non mi vuoi? E quella volta che mi hai guardato così languidamente? Ah, stavi guardando la borsetta in pelle di pitone che stava nella vetrina del negozio alle mie spalle? 

Io comunque la risolverei così:

cara, ho deciso di fidanzarmi con te a tua insaputa, ma solo ora che te lo dico mi rendo conto che così ora lo sai e non è più a tua insaputa, quindi i casi sono due:

o ti fidanzi con me fingendo di non sapere, passeggiamo mano nella mano ma rimani distante fischiettando non curante con l'aria di chi afferma "ma chi è costui che mi tiene la mano? Fi-ffi-ri-ffì manco lo conosco fi-fui-ffi-fì lo lascio fare solo per non essere maleducata"; ti porto a cena fuori, ti faccio piedino e tu anche se siamo allo stesso tavolo non mi rivolgi nemmeno uno sguardo e cerchi di attaccare bottone con quelli del tavolo vicino spiegando che sei lì per caso a dividere il tavolo con uno sconosciuto perché non c'erano altri posti liberi; facciamo l'amore e tu fingi di avere altri pensieri, sei troppo presa dalla trama del film che danno alla TV,  chi è sto tipo peloso che ti ansima addosso? Boh! Ti ricordi di aver lasciato una pentola sul fuoco, ti alzi e vai controllare.

Oppure... oppure ti fidanzi con un altro, ma a mia insaputa, perché altrimenti ne soffrirei troppo.

venerdì 29 giugno 2012

SE IL MONDO FINISSE DOMANI

Ogni tanto mi capita di rifletterci: se venissimo informati della certa e imminente fine del mondo, come ci comporteremmo?
Ci precipiteremmo a spendere tutti i soldi che abbiamo? Ma poi i soldi che valore avrebbero a quel punto per chi li riceve? Allora, alè, tutto gratis: ogni cosa è di chi se la piglia. Tutti a Gardaland, sai che file interminabili!!!
Io devo ammettere, e qui si scopre che sono una persona cattiva, che mi stuzzica la vendetta senza conseguenze penali su tutti coloro che hanno reso insopportabile la mia vita, a cominciare dai ragazzini che mi tormentavano a scuola. Ma chi può dirlo, magari invece perdonerei tutti.
I miei genitori sostengono che. quando uno muore, quella lì è la sua fine del mondo, e allora penso ai malati terminali, la loro fine del mondo, secondo il ragionamento dei miei genitori, è vicina, e loro come si comportano? Alcuni cercano di vivere al massimo gli ultimi giorni che gli rimangono, cercano di riavvicinarsi ai propri cari, altri cercano ovunque una cura, lottano, altri fanno finta di niente, sperano, perché la speranza è l’ultima a morire, sperano in un errore nella diagnosi del medico, sperano in un miracolo.

E nell’istante che precede la fine a chi vorreste essere vicini? Ai vostri familiari? Ai vostri amici? A Pippo Baudo?
Un bel problema logistico: Natale con i tuoi, capodanno con chi vuoi, ma l’apocalisse? I Maya questo non lo spiegano.

giovedì 14 giugno 2012

Cose che mi fanno ridere anche a distanza di tempo


Ogni volta che ci ripenso non riesco a trattenere una risata, lo so che forse per voi non hanno senso, ma ho bisogno di scriverle da qualche parte perché forse un giorno non me ne ricorderò più.

Mia madre porta in tavola un piatto di polpette, posando il piatto, una polpetta rotola sul tavolo, mio padre esclama sarcastico: "che cameriera!". Io rivedo nella mia mente la scena immaginando mia madre che in stile cameriere francese esclama "voilà!" proprio mentre dal piatto comincia a rotolare via la polpetta.

Assemblea d'istituto delle scuole superiori, cercando un posto trai sedili nel cinema che ospita l'assemblea, il mio compagno di classe afferra alcuni giubbotti appoggiati sui sedili che crede essere stati messi da nostre compagne per tenere i posti, e dice scocciato: "di chi sono questi stracci?!". Al che compare una ragazza che non conosciamo e rivelandoci di essere la proprietaria di uno di quegli indumenti,  offesa, se ne va via dicendo qualcosa del tipo "eh, ma bastava dirlo..."

martedì 5 giugno 2012

IGIENISTA

Signorina igienista dentale, io credo di provare qualcosa per lei. Sento una certa pulsione, mentre la osservo. Nonostante lei continui ad insistere con l'ablatore sulle parti sensibili dei mie incisivi, io avverto una forma di trasporto nei suoi confronti, l'apri-bocca-retrai-labbra e due aspiratori però mi impediscono di esprimerglielo a parole. Lo sa da quanto tempo il viso di una donna non arriva così vicino al mio? Lei mi guarda dentro, non in profondità come farebbe l'endoscopista, ma abbastanza da vedere le mie macchie e rimuoverle. Io mi perdo tra le piccole e graziose rughe del suo viso, c'è un neo sulla sua guancia che la mascherina igienica non riesce a coprirle, che bello che è, lo guarderei per ore. Le sue indicazioni "apra, aperto grande, fermo così" sono sempre seguite da un gentilissimo "bravo, bravissimo", e com'è dolce quando togliendomi lo strumento dal cavo orale, indecisa su come procedere, con un "mhmm mhmm" intona una melodia di sole due note.

domenica 20 maggio 2012

sabato 12 maggio 2012

TEMPO FUGIT

In fila davanti alle casse del discount, affidandomi alla consuetudine di parlare del tempo quando non si hanno altri argomenti, con la signora sessantenne in coda dietro di me ho imbastito una disquisizione sul concetto di tempo come scorrere immutabile, sulle definizioni di tempo illusorio, tempo assoluto e della relativa disputa tra Newton e Leibniz.
La signora che ci precedeva, un po' turbata, ci ha lasciato passare avanti.

martedì 1 maggio 2012

QUANDO I BAMBINI FANNO... HUUUUUUUUULK!

In sala con una trentina di bambini durante la proiezione del film The Avengers ammiro le movenze agili e sensuali della Vedova Nera, mi faccio trasportare dal carisma di Capitan America (il costume però potevano farglielo meglio), mi meraviglio della strafottenza di Tony Stark e della incredibile armatura di Iron Man, il martello di Thor poi non ha eguali (certo anche il suo costume mi sembra un po' troppo... plasticoso), ma questo non è niente paragonato a Hulk che entra in scena nel finale, quando colto da stupore mi unisco al coro di "OOOOOH" dei bambini che fino a quel momento erano rimasti abbastanza tranquilli. Non c'è proprio storia: Hulk è il più forte di tutti! 

giovedì 26 aprile 2012

A SCUOLA

Ogni tanto si fa vivo il desiderio di tornare a scuola, ma non per frequentarla, solo per rivedere quei luoghi, vedere cosa è rimasto, cosa è cambiato.
L'altra notte ho sognato che lo facevo. Nel distaccamento in cui ho frequentato i primi 3 anni di ragioneria ora c'è la facoltà di architettura, ho sognato che entravo dal portone di legno mescolandomi a un gruppo di ragazzi che stavano entrando. Appena dentro ho girato a destra, salito quattro scalini e infilato un corridoio, in fondo a questo ho preso le scale, salito un paio di rampe, altro corridoio. La mia classe era la seconda porta a sinistra, ma nel sogno non c'era, c'era un'unica porta alla fine del corridoio, l'ho aperta. La porta dava su una specie di aula magna futuristica con le pareti blu a righe azzurrine, all'interno c'erano un po' di ragazzi, tra di loro si è fatto largo uno dei miei compagni di classe ai tempi delle superiori, mi ha stretto la mano e io ho detto "la nostra classe era proprio qui dietro" indicando una parete e accorgendomi che c'era una porta mimetizzata con le strisce azzurrine della parete. Assecondandomi  il mio ex compagno di classe l'ha aperta ma dietro c'era un'altra parete blu a righe azzurrine. A quel punto è arrivato il docente ed io, nonostante tutto molto soddisfatto, mi sono scusato per l'intrusione, ho ringraziato, salutato e me ne sono andato.
Che nostalgia, ci sono giorni che più di rincontrare i miei ex-compagni vorrei tornare là, in quegli edifici un po' storici, ma ridotti veramente male, le scritte sulle pareti, i calcinacci, le finestre con gli spifferi, le ignobili sporche palestre, il cortiletto con la ghiaia, la sabbia, i resti di cemento, i mozziconi di sigaretta e i tappi di biro abbandonati per terra. E pensare che adesso avranno tirato a nuovo tutto e quei posti forse non li riconoscerei nemmeno, però sarebbe bello lo stesso dire "qui c'era lo spogliatoio dei maschi sui cui muri interni le ragazze lasciavano messaggi di stima al più carino della scuola, qui c'era il terrazzino che si attraversava per raggiungere l'aula di dattilografia, qui quell'antro buio dell'aula di informatica, qui c'era il laboratorio di chimica dove mai un esperimento ha dato gli esiti previsti dal libro..." 

lunedì 9 aprile 2012

PROGETTINO PARELLELO

Ho aperto un nuovo blog, non è che mi trasferisco, si tratta di un piccolo esperimento, dateci un'occhiata:

mercoledì 21 marzo 2012

OROSCOPO RISTRETTO

Rompo il "silenzio" durato quasi un mese per dare un piccolo segno della mia presenza, sì, ci sono ancora, non è che sono andato via, non che prima postassi in continuazione, però... è solo che ultimamente non ci sono novità rilevanti, non sono colto da nessuna ispirazione e poi potrei essere impegnato in un altro progettino parallelo; colgo l'occasione per propinarvi uno dei miei oroscopi:

Stasera, mentre starete guardando la TV, la moka che avete lasciato sul fornello acceso inspiegabilmente esploderà, evitate che accada facendola brillare prima in giardino, le pareti della cucina ve ne saranno molto grate.

mercoledì 22 febbraio 2012

RETTE PARALLELE

Devo solo tenere duro solo domani e poi il giorno dopo ancora, quello dopo ancora, un altro ancora, quello successivo ancora e via così, e forse un giorno arriverai, o sarò io ad arrivare da te, o magari ci troveremo a metà strada. Certo sarebbe una bella fregatura se non dovessimo incontrarci mai.

mercoledì 15 febbraio 2012

FARLA FRANCA

Avevo circa 9 anni, un bel giorno, uno di quelli in cui si stava a scuola anche il pomeriggio, io e un mio compagno di classe decidemmo di evitare di prendere l'autobus all'uscita e di tornarcene a casa a piedi. Lui abitava a circa 3 km da scuola, io almeno a 10 km. Salutammo tra l'incredulità dei compagni che ci vedevano andarcene a piedi invece di aspettare il pulmino insieme a loro. Dopo i primi elettrizzanti cinquecento metri di strada cominciarono le paranoie: "oh, occhio, scappa che su quella macchina ci sono i drogati!!!!" E via di corsa col cuore in gola, ad ogni passo sempre più nel panico, sulla strada giusta, sì, ma molto meno tranquilli di come eravamo partiti. Avevamo quasi percorso il nostro primo chilometro quando una Fiat Ritmo blu (me la ricordo ancora) ci affiancò, era la bidella che messa in allarme da qualcuno era venuta a recuperaci, e dopo una breve ramanzina ci portò a casa. Fortunatamente si accontentò di lasciarmi davanti a casa senza pretendere di parlare con mia madre, decisi quindi di rientrare in casa come se nulla fosse. Mia madre si trovava in lavanderia, salii in camera a riporre la cartella e uscii in tempo per intercettare la mamma di un altro mio compagno di scuola che, un po' trafelata, mi blandì con un "ma Angelo! Cosa fai qui?! Mi hanno telefonato dicendomi che eri scappato da scuola!!!", a quel tempo nella nostra abitazione non avevano ancora installato il telefono così da scuola avevano avvisato la mamma più vicina affinché avvertisse mia madre, la tranquillizzai con un "no, ma niente, ci ha riaccompagnato a casa la bidella". Anche lei fortunatamente non volle approfondire oltre e se ne andò senza pretendere di parlare con mia madre. Ecco, lì mi resi conto che avrei dovuto camminare su una sottile lama di rasoio per far sì che mia madre rimanesse all'oscuro della mia marachella. Scesi in lavanderia da lei che neanche si era accorta che ero rincasato, scelsi una mezza verità e le dissi "mamma, io e Simone abbiamo perso il pulmino, ci ha accompagnato a casa la bidella". "Ah, va bene" rispose senza sospettare. Ma il pericolo non era ancora completamente estinto, l'indomani infatti arrivò il momento in cui le maestre ci presero in disparte, le nostre facce contrite e quei due o tre monosillabi pronunciati in risposta alle loro domande avevano fatto intendere loro che eravamo già stati puniti a sufficienza dai nostri genitori, niente nota sul diario quindi. Il mio compagno di fuga poi mi raccontò in privato di averle prese da sua madre appena giunto a casa e di aver atteso nel terrore il rientro dal lavoro di suo padre, io rimasi vago, temevo che una volta saputo che io l'avevo fatta franca, per invidia, facesse in modo che sua madre ne parlasse con la mia. E poi mesi con la paura che mia madre lo venisse a sapere ai colloqui con gli insegnanti, o alle riunioni dei genitori, chiacchierando con una delle madri coinvolte.

venerdì 10 febbraio 2012

L'UOMO DELLE CAVERNE

Io a volte te lo chiedo come facevi. Come facevi quando ti ammalavi, senza antipiretici, mucolitici e antibiotici? Come ti procacciavi il cibo senza la comodità del supermercato sotto casa? E quando ti innamoravi come facevi? Cosa facevi? E in ferie mica ci andavi tu. La meta lontana o il posto esotico mica ti servivano, non erano certo la tua priorità. Il tuo spostarti era per necessità e pressoché definitivo. Avevi anche tu tutte queste ridicole paure? Tutti questi pensieri inutili affollavano la tua testa? Lo so che mi ascolti nascosto nella parte più profonda di me, me ne accorgo ogni volta che, durante una discussione, sento l’esigenza di risolvere tutto a colpi di clava; o quando salgo in auto e mi meraviglio di questo velocissimo animale di metallo che risponde ad ogni mio comando; persino quando, fiutando l’aria, avverto l’imminenza della neve.

Le donne dei siti d'incontri

Le foto delle donne dei siti d'incontri mediamente sono di qualche anno fa. Loro sembrano più alte e slanciate di quanto non si capisca....