A partire dal 1° marzo qui da noi è cominciata la raccolta differenziata porta a porta. Prima il door to door si faceva solo per il secco, per il resto si andava alla piazzola ecologica dove c'erano i vari bidoni di carta, plastica, umido, vetro e lattine. Da precisare che, nel mio paese, già da molti mesi sono spariti anche tutti i vari cestini e piccoli raccoglitori posizionati per le vie del centro atti a raccogliere i rifiuti dei passanti quali coppette vuote di gelato, bottigliette di birra, pacchetti vuoti di sigarette, sacchetti di patatine etc., tutta roba che attualmente viene abbandonata bellamente per strada, infilata nelle fioriere e nelle bussole della posta, appoggiata sui davanzali che danno sul marciapiede, o lanciata direttamente nel cortiletto di qualche abitazione. Sì, lo facevano anche prima ma adesso è peggio. Ora io mi chiedo: quanti si prenderanno il disturbo di dividere i rifiuti nei rispettivi bidoni, studiando il complicato calendario di ritiro secondo la tipologia di rifiuti per lasciarli fuori nei giorni di passaggio della nettezza urbana e quanti sceglieranno la via più breve di precipitarli indistintamente tra le acque del fiume Mincio?
Venendo a sapere che, dopo un periodo di transizione, si pagherà in base ai rifiuti prodotti (verranno conteggiate le "svuotate" del bidone del secco), i criminali autoctoni hanno subito indetto un'assemblea per decidere il da farsi. Noi delinquenti dell'ala ecologista abbiamo proposto di forzare periodicamente i cancelli della discarica per recarcisi nottetempo a scaricare il pattume già diviso; una volta al mese uno di noi a turno si nasconderà nel bidone del secco per farsi contare come "svuotata" per non destar sospetti e per verificare se i rifiuti vengono smaltiti separatamente o se, per far prima, vengono rimessi tutti insiemi e abbandonati in aperta campagna.
che tristessa, stiamo raggiungendo livelli di totalitarismo da libretto rosso di mao
RispondiEliminala vera tristezza è che certe iniziative sarebbero anche buone e condivisibili, il problema è che buona parte della cittadinanza o non è preparata o se ne sbatte le balle.
Eliminaper me l'utopia della questione consiste nel voler controllare le cose a valle invece che a monte, invece di mettere in opera una polizia ecologica per controllare come un grande fratello quello che fai a casa tua, ci sarebbe il settore del momento, quello dell'ingegneria dei materiali, che potrebbe studiare dei materiale compostabili che sostituiscano i materiali di imballaggio che si usano adesso. ci sarebbe da investire in ricerca, ma volere e' potere. ma non e' quello che si vuole. c'e' un meccanismo perverso per il quale piu' rompi le scatole ala gente, piu' dai l'impressione che stai facendo qualcosa. e allora presto i vigili controlleranno se hai la maglia di lana, perche' se ti ammali costi alla sanita' pubblica. il fine non giustifica i mezzi.
EliminaSono d'accordo con te, certo occorrerebbe anche un po' di collaborazione a valle, perché quando c'è da rimboccarsi un minimo le maniche c'è sempre chi scantona.
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