La gru che ha perso la propria autostima di gru e il T-rex che non troverà mai la morosa perché tutti lo credono un canguro.
venerdì 19 luglio 2013
venerdì 12 luglio 2013
L'errore
Uno dei più begli errori che ho fatto da quando lavoro in ufficio è stato mandare insoluti (respingere) in un colpo solo una serie di effetti bancari per un totale di lire 536.000.000 a favore di un grosso fornitore.
Quando il fornitore mi chiamò per chiedere spiegazioni risposi “scusate, ma ce l’avete detto voi” e prendendo dall'archivio della corrispondenza la lettera con le loro istruzioni lessi ”con la presente blablabla vi chiediamo di NON RESPINGERE… ops…”.
Al nostro direttore finanziario, che del fornitore era anche un po’ amico, quasi venne un malore, ma un mese più tardi mi convocò nel suo ufficio e mi diede l’aumento dicendo “ecco, però cerchiamo di non ripetere certi errori…”.
Da lì ho capito che gli errori fatti con la giusta convinzione possono portare anche a dei benefici, certo poi è anche probabile che i titolari abbiano pensato “ha fatto quel bell'errorone lì perché non sentendosi adeguatamente retribuito non aveva le giuste motivazioni per lavorare bene, dategli subito l’aumento prima che mandi in rovina l’azienda!”.
E invece ero innamorato di una collega 7 anni più vecchia di me.
martedì 9 luglio 2013
Tutta colpa delle aspettative
Ho saputo che molti di quelli che non hanno mai avuto la morosa poi quando la trovano rimangono delusi perché nell'attesa le aspettative si sono fatte troppo alte, perciò cominciano a lamentarsi che ne vorrebbero un’altra con cui tradire da subito la prima, com'è consuetudine fare nella società moderna.
Davanti a questa evidenza non sono più sicuro di voler fare questo grande passo, quindi scusami amore ma smetto immediatamente di farti la corte.
Con affetto, tuo
Il Mostro della Laguna
domenica 7 luglio 2013
Il bosone di Higgs
L'altro ieri mi si è presentato alla porta il bosone di Higgs chiedendo ospitalità. Io me l'aspettavo più basso.
E' scappato via dal CERN perché non ne poteva più di farsi osservare, quindi ha preso ed è venuto via lasciando una sua fotografia.
Gli scienziati ci hanno messo un po' ma alla fine se ne sono accorti che mancava il bosone, non hanno fatto ancora trapelare la notizia per non perdere le sovvenzioni statali, per il momento al posto suo utilizzano un bambino di due anni che già gli faceva da controfigura per gli esperimenti più pericolosi.
Gli scienziati ci hanno messo un po' ma alla fine se ne sono accorti che mancava il bosone, non hanno fatto ancora trapelare la notizia per non perdere le sovvenzioni statali, per il momento al posto suo utilizzano un bambino di due anni che già gli faceva da controfigura per gli esperimenti più pericolosi.
Quando è venuto da me, con lui c'era anche il mostro della laguna, ma non è che li posso ospitare tutti io quelli scappati di casa, così gli abbiamo trovato rifugio nella piscina del vicino.
Alla fine poi ho scoperto che non era neanche il bosone di Higgs, bensì un piccolo alieno venuto a fare turismo sessuale sul nostro pianeta, siccome aveva perso il bancomat e non aveva soldi per trovarsi una sistemazione in albergo si era inventato la storia di essere la particella fondamentale dell'universo solo per trovare subito un alloggio. Mi ha anche spiegato che i cerchi nel grano sono messaggi che si lasciano gli scambisti alieni, poi l'ho mandato via a calci nel culo.
venerdì 5 luglio 2013
Matrimonio combinato
La bella tradizione di obbligare i figli a sposarsi contro la loro volontà torna di moda anche tra le famiglie italiane. Da qualche tempo i genitori di figli ancora scapoli o nubili, che all'età di 35 anni vivono ancora in casa con loro, si sono fatti furbi e hanno cominciato ad allearsi. Sì, ormai madri e padri anziani, che vorrebbero organizzare cene con gli amici e feste a base di superalcolici con gare di limbo ma non possono farlo avendo in giro per casa un figlio musone e seccaballe che non va mai fuori, sono corsi ai ripari. Gli incontri avvengono principalmente presso i circoli anziani, i bocciodromi e le sale bingo, qui i genitori pianificano le possibili combinazioni tra i loro figli, talvolta pescando a caso i nomi da un bussolotto oppure tramite asta al ribasso, ultimamente va molto anche la quotazione come i titoli in borsa. Stabilita la coppia obbligano i due ad incontrarsi sotto la minaccia di non cucinare più la pasta o non stirargli più le camicie, a questo punto i due bamboccioni acconsentono alle nozze a patto che tutte le domeniche si possa pranzare con i tortelli di zucca cucinati dalle madri.
mercoledì 3 luglio 2013
Bovini
Prova e riprova alla fine gli scienziati sono riusciti a creare in laboratorio il vitello con le palle quadre.
Sì, proprio così, non cubiche come molti penseranno bensì di forma geometrica quadrata e senza spessore.
Piero Angela appresa la notizia ha avuto un malore.
Piero Angela appresa la notizia ha avuto un malore.
L’animale dalle gonadi che sembran disegnate con la squadra è molto determinato e irritabile, e a chi lo scherza tende a fare un paiolo così. Inutile dire che nelle sue condizioni e con il caratterino che si ritrova difficilmente troverà la morosa. Gli scienziati però stanno già pensando ad una soluzione: la vitellina senza spirito di iniziativa.
lunedì 1 luglio 2013
Matrimonio
Secondo le statistiche i matrimoni meglio riusciti sono quelli durante i quali è avvenuta almeno una rissa tra parenti.
Perché sia un giorno veramente indimenticabile è indispensabile che almeno un cugino dello sposo sputi in faccia allo zio della sposa e riceva in cambio un manrovescio da cineteca. Belle anche le scazzottate di gruppo dopo aver alzato il gomito al rinfresco, con relativa distruzione del locale in cui si è svolto il ricevimento, meglio se interrotte dall'intervento delle forze dell’ordine o dall'improvviso mancamento di un anziano parente che cade a terra privo di sensi per le botte prese o per lo shock in sé.
Finire tutti in ospedale con gli abiti della festa strappati e lordi di sangue è il migliore auspicio per una coppia di sposi che voglia celebrare degnamente il proprio patto d’amore.
Partire per la luna di miele con la serenità e la consapevolezza di aver dato inizio ad una bella faida tra famiglie che durerà nei secoli è il coronamento di un sogno che poche coppie hanno la fortuna di realizzare.
venerdì 28 giugno 2013
Asilo
Annualmente la nostra ditta fa una cospicua donazione alla scuola materna del paese, in cambio le educatrici si impegnano ad insegnare ai bambini che hanno in carico i primi rudimenti di recupero credito (dalla minaccia velata ma neanche tanto fino alla tortura psicologica fatta bene).
Periodicamente poi noi inviamo loro le pratiche dei nostri clienti insolventi in modo che i piccini possano impratichirsi procedendo alla riscossione dei nostri crediti.
Il cliente che si vede contattato da un bambino sui 3 o 4 anni bello convinto e deciso cede e paga subito senza fare storie, a costo di indebitarsi e finire in mano al racket dell’usura.
I bambini più capaci vengono inseriti nel nostro organico non appena imparano ad allacciarsi le scarpe. Tutto in nero, no contributi previdenziali, no sindacati.
mercoledì 26 giugno 2013
Polistirene
Andando incontro alla stagione calda molti maschi adulti praticano l’auto-epilazione tramite strofinamento di pezzi di polistirolo (in genere imballi di elettrodomestici) sulle parti intime (balle). Il polistirolo così utilizzato, al terzo sfregamento perde la propria autostima insieme a due atomi di carbonio per molecola e si lega ad un atomo di palladio che passa di lì per caso innescando una reazione chimica che porta alla fusione nucleare fredda.
Non essendo dotati di conoscenze scientifiche tali da capire la portata di tale scoperta, i maschi si spaventano e gettano tutto nello scarico del WC.
Risultato: i topi delle fogne hanno in mano il futuro energetico del pianeta.
martedì 25 giugno 2013
L'unico senza la morosa
Anche la mia collega più giovane, quella che diceva che a lei non interessava avere il moroso e che non ne voleva neanche sapere, ha trovato il fidanzato.
In pratica sono rimasto l’unico, in un ufficio di venti persone, a non avere uno straccio di vita sentimentale.
A questo punto mi faccio venire dei complessi, pretendendo di essere mandato ad un corso per il recupero dell’autostima a spese della ditta e chiedo l’assistenza a domicilio!
sabato 22 giugno 2013
MESSAGGIO PER LA MIA DIETOLOGA CHE IERI MI HA VISTO AL BANCO SALUMI DELLA COOP ABBRACCIATO AD UNA MORTADELLA DI MEZZO QUINTALE
Amore, non è come credi!
P.S.: stasera voglio baciarti sotto la luna.
P.S.: stasera voglio baciarti sotto la luna.
venerdì 21 giugno 2013
Anna
Era il 2004, settembre direi,
perché ero da poco rientrato al lavoro dopo le ferie estive.
In maniera molto cinica, lucida e
ragionata decisi di provarci con lei.
Sembra brutto da dire ma è così,
pensai: non è bellissima, ma neanche brutta, un tipo insomma, anzi no, è
carina, ma non di quelle che perdi la testa appena le vedi, comunque sembra una
brava ragazza, una a posto, e da quel poco che la conosco mi sa che è anche
simpatica.
Anna lavorava all’ufficio
bollettazione situato in uno dei magazzini della ditta, io all’ufficio
contabilità fornitori nella palazzina degli uffici amministrativi. Le nostre
mansioni non avevano nulla a che fare l’una con l’altra per cui a livello
lavorativo non ci si sentiva mai. Avevo occasione di vederla solo quando
portavo in giro le fatture da far approvare ad alcuni responsabili che si
trovavano nei magazzini, e non si andava mai oltre un semplice e reciproco
scambio di saluti.
Per prima cosa mi informai sulla
sua situazione sentimentale chiedendolo discretamente ad una sua amica/collega
con cui avevo a che fare. Scoprii che era single.
Ricordo ancora come ero agitato,
a come mi sudavano le mani mentre ripetevo mentalmente e aggiustavo ogni parola
della frase che avrei dovuto rivolgerle, prima di afferrare la cornetta
approfittando di un momento di distrazione dei miei due colleghi e comporre il
suo interno due minuti prima di mezzogiorno.
“Ci prendiamo un caffè nella
pausa pranzo?” chiesi col cuore in gola, con quella strana sensazione da
paradosso spazio-temporale.
Attimo di silenzio e “S… sì, va
bene, dai!”
I miei colleghi interdetti non
capirono, non si accorsero di nulla.
Io entusiasmo a badilate.
Alle 13.40 circa la raggiunsi
imbarazzatissimo.
Bella fregatura: il figlio del
titolare, che da quelle parti non si vedeva mai, era lì a parlare con un altro
nostro collega. Inoltre, vedendo lei già operosa dietro alla scrivania, intuii
che aveva già ripreso a lavorare dalle 13.30 (in genere si riprendeva alle
14.00). Brutto momento insomma, cominciai a sudare freddo. Presi in considerazione
l’ipotesi di un repentino dietrofront ma valutai che un’occasione così poteva
anche non ripetersi, non sapevo se avrei riavuto il coraggio di rialzare la
maledetta cornetta in un momento propizio per chiederglielo una seconda volta,
non sapevo se lei quella seconda volta (non più vittima dell’effetto sorpresa)
avrebbe detto ancora sì, e poi anche la seconda volta avrei potuto trovare un
altro ostacolo davanti a cui fare dietrofront. Quando i nostri sguardi si
incrociarono, il suo sembrò dirmi “lascia perdere, non vedi che sono in orario
di lavoro e lì c’è il figlio del capo?!”. Io però pensai “o adesso o mai più”,
così, fingendo noncuranza e sforzandomi di essere il più naturale possibile, le
chiesi: “andiamo?”.
Lei si alzò e non sapendo cosa
fare invitò anche il figlio del boss. Fortunatamente lui rifiutò.
Lei poi mi disse che lo aveva
invitato perché, come avevo intuito, lei era già in orario di lavoro e pause di
quel genere non erano viste di buon occhio. Impacciatissimo la portai davanti
alla macchinetta dicendole che credevo fosse ancora in pausa, e le offrii il
caffè. Fu una cosa super rapida, tra l’altro, cercando di bere in fretta il mio
tè, mi ustionai non poco il palato.
Una cosa che mi fece piacere fu
scoprire che poi ne parlò alla collega/amica (quella che mi aveva dato la
dritta sulla sua singletudine) la quale mi fece i complimenti per il coraggio,
ma torchiata da me via servizio di messaggeria interno per sapere se la mia
“simpatia” era ricambiata si limitò a rispondermi con un laconico: “ASPETTA!”.
Non volle spiegarmi perché.
Ricordo che ogni settimana lavavo
preventivamente la macchina sperando che accettasse un invito ad uscire che
ancora non avevo avuto modo di farle. Tormentandomi su come chiederglielo, dove
portarla nel caso avesse accettato, preoccupandomi di non mandare
irrimediabilmente tutto a rotoli. Volevo fare le cose per bene, facevo
addirittura le prove davanti allo specchio(!) provando l’invito che avrei
voluto farle.
Manco a dirlo io mi ero già
innamorato. In macchina, andando e venendo dal lavoro, cantavo a squarciagola
tutto l’album Mariachi Hotel dei Rio, e tutto sommato, escludendo vari casini
che mi tormentavano in quel periodo, stavo bene. E di coraggio come quello poi
non ne ho avuto più.
Io un po’ aspettai come consigliatomi
dalla collega, ma poi la invitai per un secondo caffè. Stavolta lei era in
pausa, ma con lei c’era un collega (forse chiamato apposta da lei), idem la
terza volta in cui cercai di guardarla bene negli occhi per capire se avrei mai
avuto qualche possibilità, e la risposta, inevitabile, fu: NO, nessuna
possibilità. Me ne convinsi e in tutto erano passati quasi 3 mesi. Lo dissi
anche alla sua amica/collega che non volevo illudermi oltre, e che avrei smesso
di farmi avanti. Dopo qualche giorno, colto dalla troppa frustrazione, in un
momento di lucida follia, realizzando che con i metodi più tradizionali non
riuscivo a parlarle a quattrocchi, mi ridussi ad utilizzare il servizio di
messaggeria interno e le chiesi se una sera di quelle le andasse di venire al
cinema con me. Risposta: “NON POSSO”, accompagnata da un “comunque per il caffè
vieni pure quando vuoi” forse per indorare la pillola. Ci rimasi molto male,
quel “non posso” non lo capivo proprio, cosa significa “non posso”? Semmai “non
voglio”, ecco quello almeno l’avrei digerito meglio. Comunque si trattava di un
rifiuto e non volli indagare oltre.
Ecco, e poi c’è questo ricordo
speciale che ho, di noi due che ci incontriamo in un ufficio di altri, e di lei
che mentre ci scambiamo due parole si avvicina e mi sistema la manica del
maglione che si era arrotolata all’altezza del polso; un attimo di intimità, un
gesto bellissimo che forse non ho capito completamente, forse il tentativo di
mostrarmi che il mio invito era stato comunque apprezzato.
Passò diverso tempo, e a prendere
il caffè da lei non ci andai più. Poco più di un anno dopo lei si licenziò.
L’amarezza per il suo rifiuto era già passata da tempo e il giorno che se ne
andò le dissi che mi ero fatto crescere apposta un po’ di barba per lasciarle
il segno quando sarebbe passata a baciarci per i saluti il giorno dopo, lei poi
passò a baciarmi e fu un bel momento, per una buona mezzora non capii più
niente.
Diverso tempo dopo ci rimasi di sasso quando sentii quasi
accidentalmente da chi ci aveva lavorato insieme molto prima che venisse
trasferita alla nostra sede, che prima di essere spostata da noi le era morto
il fidanzato. Ecco probabilmente svelato quel “non posso”, quel “aspetta” detto
dall’amica/collega e forse anche quel tenero gesto di sistemarmi la manica del
maglione. Ora so che è felicemente fidanzata con un altro. Nelle ultime settimane ho provato a contattarla via social
network. Mica ci volevo provare, ero curioso di sentire come stava. Certo un
po’ speravo anche di affrontare quel
vecchio discorso con serenità e di ricevere una bella spiegazione per metterci
finalmente una bella pietra sopra. Lei mi ha risposto subito, ho fatto
scherzosamente qualche riferimento a quando ci provavo con lei (del tipo
“adesso cosa fai di bello? Mi vieni in mente ogni volta che lavo la macchina
perché quando ci provavo con te la lavavo in continuazione, poi quando mi hai
detto di no ho smesso di farlo e i gestori dell’autolavaggio mi hanno tolto il
saluto”), lei però non mi ha risposto. Passata una settimana, dato che non si è
più fatta sentire, le ho inviato un altro messaggio chiedendole se avevo
scritto qualcosa che l’aveva infastidita, il giorno dopo ha risposto che le ha
fatto piacere quello che le ho scritto e che la tardata risposta era dovuta al
fatto che non controllava spesso i messaggi; forse ignorava che in quel
“social” è possibile verificare quando viene visualizzato un messaggio, e io
sapevo lei l’aveva già visualizzato la settimana prima, un paio di giorni dopo
che glielo avevo mandato. Io comunque le ho risposto qualcosa di banale tipo
“OK, va bene, ciao”. A questo punto non credo che la contatterò di nuovo.
giovedì 20 giugno 2013
Tassidermia
Tra quelli che arrivano a 36 anni senza aver mai trovato la morosa, molti decidono di farsi impagliare lo scroto. E’ inutile aspettare oltre, tanto vale farselo impagliare quando è ancora bello.
Io per portarmi avanti ho già fatto richiesta all’ASL.
La procedura standard prevede che ti affianchino uno psicologo che ha 2 settimane di tempo per dissuaderti dall'insano gesto. Se alla fine sei ancora convinto, loro son costretti a metterti in lista per l’intervento. Lo scroto è tuo, e fartelo impagliare è un tuo diritto costituzionale.
Il giorno dell’intervento, con una scusa qualsiasi, vieni fatto accompagnare all'accettazione da un artigiano specializzato e dai suoi due assistenti, qui, quando meno te l’aspetti, i due assistenti ti calano le braghe a tradimento e l’artigiano procede all'operazione davanti ad una sala gremita di persone in attesa di pagare il ticket (più testimoni ci sono e meglio è).
Alcune delle mamme presenti smettono di lamentarsi di avere un figlio che si droga.
mercoledì 19 giugno 2013
RENDIAMO GRAZIE
ATTENZIONE! La visione del presente documento audiovisivo è sconsigliata alle persone sensibili ad argomenti quali la fede, il maltrattamento di artisti di strada e il mancato rispetto dei principali diritti sanciti dalla convenzione di Ginevra.
domenica 16 giugno 2013
Allarmi antifurto
Noi della banda del piede di porco siamo sempre pieni di nuove idee, una molto bella è quella di metterci a fare volantinaggio gratuito per la ditta che installa quegli impianti antifurto e di video-sorveglianza che sappiamo meglio eludere.
Inizialmente i volantini li mettiamo giù in maniera selettiva, è inutile infilarli nella bussola di case i cui proprietari non se lo possono permettere o che per poterselo permettere devono vender fuori tutti i preziosi e gli oggetti di valore che vi custodiscono. Il nostro target sarebbero le villette nuove con giardino curato, piscina e macchinone parcheggiato nel vialetto, ma dopo un po’ ci stanchiamo di fare sopralluoghi e cominciamo a distribuirli a caso, per non perdere l’entusiasmo. Per essere sicuri poi spargiamo la voce che ci sono stati diversi furti in zona e come incentivo per l’acquisto offriamo anche, tutto a nostre spese, un viaggio di lusso in costa Smeralda. Per quello che si gode la vacanza in Sardegna è sempre bello ricevere la segnalazione di un furto in casa e vedere in diretta dal suo smartphone noi che lo derubiamo di quadri, ricordi di una vita e altri oggetti di valore inscenando sapide e divertenti gag per intrattenerlo, soprattutto quando si rende conto che quella che stiamo mettendo a soqquadro non è casa sua. Il nostro complice della ditta di allarmi infatti ha invertito i collegamenti, quindi quando in serata passeremo a mettergli veramente a ferro e fuoco la villetta il tutto sarà trasmesso ad un altro disgraziato che ha acquistato il sistema antifurto e che probabilmente è anche il suo vicino di ombrellone.
SKY ci ha già chiesto i diritti per il format.
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