domenica 29 maggio 2011
mercoledì 25 maggio 2011
DISPEPSIA
Mi son fatto tatuare il tuo nome nel duodeno perché tu mi leggi dentro. Sei assistente nel reparto di endoscopia digestiva, di lavoro infili tubi nella gente. Hai recuperato l'anello di fidanzamento accidentalmente caduto nel lavandino grazie alle attrezzature fatte sparire dal tuo ambulatorio e riportate il mattino seguente, risparmiando così i soldi per l'idraulico. La tua è una grande passione, ti piace guardare dentro, non importa si tratti di cose o persone. Nel portafoglio tieni una foto formato tessera del mio piloro, lo so quanto mi ami. Ti regalo fiori ma non li apprezzi, ti regalo pupazzetti di peluche e non li gradisci, cioccolatini neanche a pensarci, non è che tutte le volte posso portarti un cane alano con un sospetto di gastrite.
lunedì 16 maggio 2011
FERMENTI LATTICI ZOMBIE
Il problema è che il farmacista non sempre si ricorda di specificare che sono da conservare in frigorifero, così la scatola finisce nel comodino e addio fermenti lattici. Magari tra le prime bustine che sciogli nel tuo bel bicchiere d'acqua qualche fermento lattico sopravvissuto ci sarà pure, quando ti cade l'occhio sulle scritte stampate sulla scatolina ormai son passati almeno 3 giorni: conservare in luogo asciutto ad una temperatura compresa tra i 4 e i -4 °C. A questo punto dopo aver introdotto nel mio corpo milioni e milioni di fermenti lattici privi di vita io la risolvo così: tramite rito vudù riporto in vita quelli rimasti nelle bustine e li uso come se nulla fosse, il problema è che i fermenti lattici riportati in vita in genere hanno il vizio di nutrirsi dei fermenti lattici ancora vivi presenti nel tubo digerente creando non pochi problemi. E' risaputo che l'unico modo per fermare uno zombie è privarlo della testa. Mettermi lì ad armare nuovi fermenti lattici di microscopiche asce, scimitarre, cesoie, motoseghe e quant'altro per introdurli nel mio organismo non mi pare roba da poco, quindi a un certo punto bevo quattro litri diluiti di un potente lassativo e li espello tutti quanti, che se la sbrighino i coccodrilli nelle fogne di New York.
martedì 10 maggio 2011
LAPSUS
La mia esperienza nelle arti figurative venne stroncata quando alla prima lezione di un corso di pittura ad olio mi presentai con dell'extravergine di olive.
domenica 10 aprile 2011
IMPAVIDO
Temo che Roma non la visiterò mai, troppo ricca di storia e zeppa di bellezze artistiche, starei tutto il tempo con la Sindrome di Stendhal, senza contare poi che soffro di una tremenda fobia per il Cupolone, tanto che quando lo vedo in foto o in TV immediatamente sento l'esigenza di fuggire e svengo. Mio padre per aiutarmi a superare le mie paure, dato che deve rifare il tetto, anziché investire nel fotovoltaico come fanno tutti, ha deciso di far diventare la sommità della nostra casa una riproduzione in scala del tanto temuto Cupolone; io per non essere da meno ho assunto una squadra di bambini dell'asilo che, muniti di pastelli a cera, ridipingeranno la mia cameretta come l'interno della cappella Sistina; i bambini lavorano in nero e mi hanno chiesto di essere pagati in pesos boliviani, quando gli ho chiesto il motivo mi hanno accennato vagamente ad alcuni amici che hanno in Bolivia (narcotrafficanti?) e ad un viaggio che dovrà intraprendere la loro maestra (andata con i pesos e ritorno con ovuli nell'intestino?), io per non avere problemi non ho fatto altre domande.
mercoledì 30 marzo 2011
COBRA
Il mio ottico custodisce in una teca nel suo negozio un esemplare di cobra con gli occhiali, l'altro giorno entro in negozio e dico; "scusa, ma mi sembra che il tuo cobra abbia qualcosa di strano oggi" e lui "sì, oggi ha su le lenti a contatto". Mi spiega come avviene l'operazione: in pratica fa venire un incantatore di serpenti direttamente dall'India. Gli paga vitto, alloggio e la prestazione professionale, per il viaggio si arrangia lui. In genere l'incantatore viene in Italia con la vespa insieme ad un suo amico, si danno il cambio, mentre uno guida l'altro dietro dorme e viceversa; comunque viene pagato solo l'incantatore, l'amico si arrangia come può, chiede l'elemosina, si esibisce come fachiro, vende monili importati illegalmente. L'incantatore in genere viene con il suo flauto etnico da incantatore, una volta se l'è dimenticato a casa e ho dovuto prestargli il mio flauto dolce, quello che usavo alle medie con il segno degli incisivi sull'imboccatura; il serpente più di tanto non ci ha fatto caso solo che alla fine era ricoperto di saliva. Come tutti sanno i serpenti sono sordi, pare che un tempo ci sentissero benissimo poi a forza di sentire il solito piripì-piripì hanno optato per una scelta evolutiva di sordità, sia vero o meno non è dato saperlo, nessuno si è interessato mai più di tanto, e quei pochi hanno fatto una brutta fine. Il serpente reagisce alle vibrazioni che percepisce come minaccia e sembra seguire i movimenti del flauto come in balia dei voleri dell'incantatore ma in realtà se ti azzardi ad avvicinarti o a fare movimenti strani ti morde senza battere ciglio e buonanotte, ecco perché in genere ogni volta viene un incantatore diverso. Questa operazione di intrattenimento del rettile altro non è che un astuto stratagemma per distrarre il cobra e permettere al mio amico di versare 20 gocce di un potente sonnifero nell'abbeveratoio del serpente, il quale una volta finito il "balletto", esausto, striscerà svelto ad abbeverarsi, cadendo in breve tempo in un lungo e profondo sonno. Allora entra in gioco l'ottico che in quattro-e-quattr'otto mette le lenti a contatto al cobra e il gioco è fatto. Una volta per ridere gli ha messo quelle colorate che fanno le pupille tonde da cerbiatto, ma ha dovuto toglierle subito perché gli avventori non riuscivano a resistere alla voglia di dargli un buffetto sul naso o fargli una carezza. Com'è come non è il cobra alla fine si sveglia con addosso le lenti, un po' è contento e un po' si dimena per aggiustarsele perché gli lacrimano gli occhi, gli animalisti comunque non dicono niente, chiudono un'occhio perché in negozio gli fanno lo sconto del 30%.
martedì 15 marzo 2011
DICHIARAZIONE
Ispirazione, sempre meno, più che altro mentre viaggio in macchina, che poi quando arriva il momento di scrivere non mi ricordo neanche più. I bei tempi dei romanzi da far leggere alla compagna di classe delle superiori cui facevo il filo, scritti così, su un taccuino sulla corriera nei 20 km che ogni giorno mi riportavano a casa da scuola, e lei che non capiva, tanto che alla fine ho dovuto prenderla da parte all'uscita e dirglielo. Esattamente 15 anni fa.
C'era il sole incastonato, quel giorno, nel cielo.
Paradosso: ombre e corpi ci ruotavano attorno
in una vertigine.
Cadde una frase raccolta.
C'ero io, c'era lei.
C'era il tempo intatto e l'aria ferma.
Irreale una voce spezzata pronunciò
un nuovo smarrimento;
c'era lei... c'ero io.
(LA TERRA DEI LAMPI - CAPITOLO 13 - 15 MARZO 1996)
giovedì 3 marzo 2011
PRANZO DI NOZZE LAMPO (ZIP FASTENER WEDDING LUNCH)
Al pranzo per le nozze di Giulia e Andrea abbiamo mangiato 3 secondi.
mercoledì 23 febbraio 2011
IN UFFICIO
All'improvviso, innervosito per aver digitato male una parola, mi metto a battere rumorosamente e velocissimamente una sfilza di tasti a caso sulla tastiera attirando l'attenzione dei miei colleghi, alzando gli occhi mi accorgo infatti che mi osservano con aria interrogativa.
"Era la password" dico io.
giovedì 17 febbraio 2011
MASTRINO
Quei piccoli attimi in cui ti voglio veramente bene, quei brevi attimi a cui mi aggrappo desiderando ardentemente che per davvero ci sia qualcosa a cui potersi aggrappare, piccoli momenti in cui credo di poter avere di più, e me lo immagino, per stare a galla. Tempo fa era più facile, ma in fondo ultimamente ho smesso di credere di meritarmelo. Dare e avere, la filosofia del contabile; dare per avere, ma se al mio dare non c'è ritorno o contropartita chi mi garantisce che il mio dare non sia sbagliato o senza valore?
domenica 13 febbraio 2011
NEMESI
Il nemico del mio nemico è mio amico, quindi io che sono nemico del mio nemico sono mio amico, ergo per essermi amico devo trovarmi un nemico. Tanti nemici tanta gloria ma anche essermi amico tante volte. Nemico pubblico o privato quello non lo spiegano.
martedì 8 febbraio 2011
;-)
Lunedì, l'esigenza incomprensibile di raccontare immediatamente una serie di cose che mi sono capitate durante il week-end del tipo che mi son detto "ecco questa devo raccontarla in ufficio"; forse per paura di dimenticarle le infilo così senza che ci sia necessariamente un nesso con quello di cui si sta discutendo, è un po' come archiviarle, un po' come se raccontarle sia indispensabile affinché venga certificato che quelle cose sono accadute, oppure un po' per rivivere quella certa sensazione, per vedere se a condividerla migliora. Niente di che comunque, cose banali, film che ho visto, persone che ho incrociato, cose stupide che ho fatto. Col senno di poi, certamente una cosa triste, come triste è realizzare che si è dimenticato di raccontare quel certo particolare insignificante ma che per dovere di cronaca non si è riusciti a trattenersi dall'aggiungerlo più tardi, ancora più fuori contesto. Oggi poi è martedì, quindi più fuori luogo di così:
in una scena piuttosto psichedelica del film "Parto col folle" con Robert Downey Jr. si sente la canzone Hey You dei Pink Floyd.
martedì 25 gennaio 2011
BLUE SUEDE SHOES
Le scarpe che mi piacciono le avrei trovate anche, ma nel negozio in cui le ho viste non c'era un numero che mi calzasse, troppo strette. Anche stavolta ho dovuto rinunciare. Ora non mi resta che cercare e cercare finché avrò trovato il negozio con il numero che mi calza, ma quando l'avrò trovato mi piaceranno ancora? E se non le trovassi riuscirei ad accontentarmi di qualcosa di simile o mi butterei su qualcosa di completamente diverso? Ah, dannata moda, che costringi noi giovani uomini a sforzi estremi per farci stare al passo coi tempi.
venerdì 21 gennaio 2011
ASPETTO
Forse sto solo invecchiando, la stanchezza, le ore di sonno, le cose che non hanno senso, il male che trionfa, la mancanza di sincrono nelle cose che capitano quando ormai il desiderio s'è affievolito, la luce che si sta offuscando, l'interferenza fissa che disturba il segnale, il disadattamento a cui non riesco ad adattarmi, l'isolamento che mi ritrovo, le belle cose che vorrei meritare, il nulla che incombe, la salvezza che ha trovato traffico, il distacco che diventa utile e necessario, l'ebbrezza in due minuti di speranza, lo sfacelo che non s'interrompe, la bellezza che si spegne, la contentezza di chi si accontenta, la continenza di chi si contiene, la solitudine che è sempre quella, le vie d'uscita che si riducono e si fanno più strette, i ponti che non tengono più, la fiducia che se n'è andata a rane, l'amarezza che si fa pericolosamente dolce, il disagio che non toglie il disturbo, il disturbo che si fa disagio, la cura che non sana, il maledetto cane che si morde la coda in eterno in un circolo vizioso, gli scrupoli che mi rallentano, la desolazione dei giorni festivi, e tu che non arrivi.
martedì 11 gennaio 2011
CARLONA'S WAY
Ecco un po' di tranquillità, un insperato equilibrio di cui dovrei approfittare per fare delle scelte, prendere decisioni, prima che tutto torni ad andare a rotoli come di consueto; e invece niente, tardo, rimando, prendo tempo, mi dico di aspettare. Toccherà fare tutto all'ultimo, in fretta e furia, alla carlona.
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