Il mio ottico custodisce in una teca nel suo negozio un esemplare di cobra con gli occhiali, l'altro giorno entro in negozio e dico; "scusa, ma mi sembra che il tuo cobra abbia qualcosa di strano oggi" e lui "sì, oggi ha su le lenti a contatto". Mi spiega come avviene l'operazione: in pratica fa venire un incantatore di serpenti direttamente dall'India. Gli paga vitto, alloggio e la prestazione professionale, per il viaggio si arrangia lui. In genere l'incantatore viene in Italia con la vespa insieme ad un suo amico, si danno il cambio, mentre uno guida l'altro dietro dorme e viceversa; comunque viene pagato solo l'incantatore, l'amico si arrangia come può, chiede l'elemosina, si esibisce come fachiro, vende monili importati illegalmente. L'incantatore in genere viene con il suo flauto etnico da incantatore, una volta se l'è dimenticato a casa e ho dovuto prestargli il mio flauto dolce, quello che usavo alle medie con il segno degli incisivi sull'imboccatura; il serpente più di tanto non ci ha fatto caso solo che alla fine era ricoperto di saliva. Come tutti sanno i serpenti sono sordi, pare che un tempo ci sentissero benissimo poi a forza di sentire il solito piripì-piripì hanno optato per una scelta evolutiva di sordità, sia vero o meno non è dato saperlo, nessuno si è interessato mai più di tanto, e quei pochi hanno fatto una brutta fine. Il serpente reagisce alle vibrazioni che percepisce come minaccia e sembra seguire i movimenti del flauto come in balia dei voleri dell'incantatore ma in realtà se ti azzardi ad avvicinarti o a fare movimenti strani ti morde senza battere ciglio e buonanotte, ecco perché in genere ogni volta viene un incantatore diverso. Questa operazione di intrattenimento del rettile altro non è che un astuto stratagemma per distrarre il cobra e permettere al mio amico di versare 20 gocce di un potente sonnifero nell'abbeveratoio del serpente, il quale una volta finito il "balletto", esausto, striscerà svelto ad abbeverarsi, cadendo in breve tempo in un lungo e profondo sonno. Allora entra in gioco l'ottico che in quattro-e-quattr'otto mette le lenti a contatto al cobra e il gioco è fatto. Una volta per ridere gli ha messo quelle colorate che fanno le pupille tonde da cerbiatto, ma ha dovuto toglierle subito perché gli avventori non riuscivano a resistere alla voglia di dargli un buffetto sul naso o fargli una carezza. Com'è come non è il cobra alla fine si sveglia con addosso le lenti, un po' è contento e un po' si dimena per aggiustarsele perché gli lacrimano gli occhi, gli animalisti comunque non dicono niente, chiudono un'occhio perché in negozio gli fanno lo sconto del 30%.
mercoledì 30 marzo 2011
martedì 15 marzo 2011
DICHIARAZIONE
Ispirazione, sempre meno, più che altro mentre viaggio in macchina, che poi quando arriva il momento di scrivere non mi ricordo neanche più. I bei tempi dei romanzi da far leggere alla compagna di classe delle superiori cui facevo il filo, scritti così, su un taccuino sulla corriera nei 20 km che ogni giorno mi riportavano a casa da scuola, e lei che non capiva, tanto che alla fine ho dovuto prenderla da parte all'uscita e dirglielo. Esattamente 15 anni fa.
C'era il sole incastonato, quel giorno, nel cielo.
Paradosso: ombre e corpi ci ruotavano attorno
in una vertigine.
Cadde una frase raccolta.
C'ero io, c'era lei.
C'era il tempo intatto e l'aria ferma.
Irreale una voce spezzata pronunciò
un nuovo smarrimento;
c'era lei... c'ero io.
(LA TERRA DEI LAMPI - CAPITOLO 13 - 15 MARZO 1996)
giovedì 3 marzo 2011
PRANZO DI NOZZE LAMPO (ZIP FASTENER WEDDING LUNCH)
Al pranzo per le nozze di Giulia e Andrea abbiamo mangiato 3 secondi.
mercoledì 23 febbraio 2011
IN UFFICIO
All'improvviso, innervosito per aver digitato male una parola, mi metto a battere rumorosamente e velocissimamente una sfilza di tasti a caso sulla tastiera attirando l'attenzione dei miei colleghi, alzando gli occhi mi accorgo infatti che mi osservano con aria interrogativa.
"Era la password" dico io.
giovedì 17 febbraio 2011
MASTRINO
Quei piccoli attimi in cui ti voglio veramente bene, quei brevi attimi a cui mi aggrappo desiderando ardentemente che per davvero ci sia qualcosa a cui potersi aggrappare, piccoli momenti in cui credo di poter avere di più, e me lo immagino, per stare a galla. Tempo fa era più facile, ma in fondo ultimamente ho smesso di credere di meritarmelo. Dare e avere, la filosofia del contabile; dare per avere, ma se al mio dare non c'è ritorno o contropartita chi mi garantisce che il mio dare non sia sbagliato o senza valore?
domenica 13 febbraio 2011
NEMESI
Il nemico del mio nemico è mio amico, quindi io che sono nemico del mio nemico sono mio amico, ergo per essermi amico devo trovarmi un nemico. Tanti nemici tanta gloria ma anche essermi amico tante volte. Nemico pubblico o privato quello non lo spiegano.
martedì 8 febbraio 2011
;-)
Lunedì, l'esigenza incomprensibile di raccontare immediatamente una serie di cose che mi sono capitate durante il week-end del tipo che mi son detto "ecco questa devo raccontarla in ufficio"; forse per paura di dimenticarle le infilo così senza che ci sia necessariamente un nesso con quello di cui si sta discutendo, è un po' come archiviarle, un po' come se raccontarle sia indispensabile affinché venga certificato che quelle cose sono accadute, oppure un po' per rivivere quella certa sensazione, per vedere se a condividerla migliora. Niente di che comunque, cose banali, film che ho visto, persone che ho incrociato, cose stupide che ho fatto. Col senno di poi, certamente una cosa triste, come triste è realizzare che si è dimenticato di raccontare quel certo particolare insignificante ma che per dovere di cronaca non si è riusciti a trattenersi dall'aggiungerlo più tardi, ancora più fuori contesto. Oggi poi è martedì, quindi più fuori luogo di così:
in una scena piuttosto psichedelica del film "Parto col folle" con Robert Downey Jr. si sente la canzone Hey You dei Pink Floyd.
martedì 25 gennaio 2011
BLUE SUEDE SHOES
Le scarpe che mi piacciono le avrei trovate anche, ma nel negozio in cui le ho viste non c'era un numero che mi calzasse, troppo strette. Anche stavolta ho dovuto rinunciare. Ora non mi resta che cercare e cercare finché avrò trovato il negozio con il numero che mi calza, ma quando l'avrò trovato mi piaceranno ancora? E se non le trovassi riuscirei ad accontentarmi di qualcosa di simile o mi butterei su qualcosa di completamente diverso? Ah, dannata moda, che costringi noi giovani uomini a sforzi estremi per farci stare al passo coi tempi.
venerdì 21 gennaio 2011
ASPETTO
Forse sto solo invecchiando, la stanchezza, le ore di sonno, le cose che non hanno senso, il male che trionfa, la mancanza di sincrono nelle cose che capitano quando ormai il desiderio s'è affievolito, la luce che si sta offuscando, l'interferenza fissa che disturba il segnale, il disadattamento a cui non riesco ad adattarmi, l'isolamento che mi ritrovo, le belle cose che vorrei meritare, il nulla che incombe, la salvezza che ha trovato traffico, il distacco che diventa utile e necessario, l'ebbrezza in due minuti di speranza, lo sfacelo che non s'interrompe, la bellezza che si spegne, la contentezza di chi si accontenta, la continenza di chi si contiene, la solitudine che è sempre quella, le vie d'uscita che si riducono e si fanno più strette, i ponti che non tengono più, la fiducia che se n'è andata a rane, l'amarezza che si fa pericolosamente dolce, il disagio che non toglie il disturbo, il disturbo che si fa disagio, la cura che non sana, il maledetto cane che si morde la coda in eterno in un circolo vizioso, gli scrupoli che mi rallentano, la desolazione dei giorni festivi, e tu che non arrivi.
martedì 11 gennaio 2011
CARLONA'S WAY
Ecco un po' di tranquillità, un insperato equilibrio di cui dovrei approfittare per fare delle scelte, prendere decisioni, prima che tutto torni ad andare a rotoli come di consueto; e invece niente, tardo, rimando, prendo tempo, mi dico di aspettare. Toccherà fare tutto all'ultimo, in fretta e furia, alla carlona.
sabato 8 gennaio 2011
ECCO
Ma chi sono io? Non lo so più. Quant'è difficile scegliersi un paio di scarpe quando non si sa più chi si è. Sono ancora il tipo che può andare in giro con le scarpe da skate giovanili e i pantaloni larghi o i jeans? La scelta sarebbe più semplice se avessi delle preferenze. Uno può andare in giro e sembrare un povero scemo ma indossare per lo meno qualcosa che gli piace, no? La realtà è che nei primi due minuti che sono nel negozio di scarpe mi piacciono tutte, passati quelli non me ne piace più nessuna; e questo ormai vale un po' per tutto. Sono talmente abituato a regolarmi in base alla gente che mi circonda che ormai questa maschera ormai non me la levo più, eppure sono confuso, come mi vogliono gli altri? Non lo so, ecco, sapere almeno questo sarebbe già un passo avanti. Ecco, potrei scegliermi un paio di scarpe a caso e diventare il tipo di persona che in genere indossa quelle scarpe, ecco, adattarmi io alle scarpe.
mercoledì 5 gennaio 2011
COMPULSIONE
Puntualmente appena mi metto a letto mi sorge sempre il dubbio di non aver spento la luce nel bagno, anche se ho già controllato più volte:
1. quando sono entrato in camera chiudendo lentamente la porta, assicurandomi che il rettangolo di vetro sopra la porta del bagno non proiettasse alcuna luce nel corridoio e ripetendomi per memorizzare l'informazione "la luce del bagno è spenta-la luce del bagno è spenta"
2. prima di indossare il pigiama, di nuovo, perché metti che ricordo male, meglio ricontrollare
3. dopo aver messo il pigiama, e dato che ci sono torno in bagno per bere un sorso d'acqua che c'ho la bocca un po' asciutta per via che mi sono lavato i denti poco fa
4. richiudendomi alle spalle la porta della camera ripetendo di nuovo: "la luce del bagno è spenta, la luce del bagno è spenta".
A volte addirittura mi sveglio di notte e mi viene da chiedermelo ancora e non riesco a resistere, devo controllare, a volte però è accesa - forse c'è dentro uno dei miei familiari - resto in ascolto in attesa di un suono che certifichi la presenza di qualcuno, in caso negativo torno a letto lasciando la porta aperta, se dopo mezzora non esce nessuno vado a spegnere.
Altre volte, quando sono l'ultimo della casa ad andare a dormire, faccio il giro della casa a controllare che porte e finestre siano chiuse; poi, finalmente in camera mia, non riesco a resistere, devo tornare a controllare e verificare anche di non aver lasciato acceso un fornello, di aver staccato la spina del tostapane, disattivato il deumidificatore, spento TV, ferro da stiro, decoder del digitale terrestre, lavastoviglie, lettore DVD, lavatrice, phon, macchina per fare i pop-corn.
L'altra sera, tornato dal lavoro, dopo essermi chiuso la porta alle spalle mi è venuto da riaprire per controllare che "là fuori" fosse tutto spento.
martedì 4 gennaio 2011
RETROVISORE
Amico automobilista che mi segui senza rispettare le distanze di sicurezza mentre sto tornando a casa stasera, i tuoi fari sono talmente abbaglianti che la mia auto proietta davanti a sé un'ombra che copre la luce che proiettano i suoi stessi fari, l'automobilista che giunge dalla parte opposta, poi, rivede nella scena l'eclissi delle 9 del mattino, tira fuori un vetro affumicato per non danneggiarsi la vista e gli vien voglia inspiegabilmente di speck. Ringrazia il cielo che tu giri a sinistra e io invece tiro dritto, vah.
lunedì 3 gennaio 2011
PER QUANDO TORNI
Sono un pirla, quando ho bisogno di stare in pace e da solo prendo la macchina e vado in un parcheggio lontano da casa, lontano da potenziali persone che possono conoscermi, lì ascolto la radio, leggo un libro (quando ricordo di portarlo, altrimenti il manuale dell'auto). Il posto che scelgo è sempre un parcheggio isolato o comunque la parte di un parcheggio abbastanza vuota. La cosa curiosa è che, per una strana legge cosmica, appena parcheggi in una zona isolata, tempo due minuti, e arriva un'altra auto che parcheggia giusto di fianco alla tua. Domenica mattina ho trovato un parcheggio completamente vuoto, soddisfatto mi ci sono piazzato, dopo un paio di minuti arriva una Opel Tigra rossa guidata da un anziano, l'auto gira nel parcheggio, si ferma un attimo col motore acceso, intanto la controllo nel retrovisore e blocco le portiere, poi l'auto se ne va. Meno male, torno a farmi i fatti miei. Dopo circa cinque minuti, di nuovo l'anziano a bordo della Opel Tigra rossa, fa il giro, si ferma un attimo poi va via. "Va beh" mi dico io passando sul lato guida "mi sa che è meglio cambiar posto che qui è troppo trafficato". Vado nel parcheggio di un centro commerciale lì vicino, scelgo la zona lontana dall'ingresso, bellissima, vista lago di Garda, purtroppo però ho il sole in faccia e sono vicino ad una stradina di svolta e le altre auto passano in continuazione, scelgo un altro posto nello stesso parcheggio, spalle al sole, ombra, tranquillo, lontano da tutti, finalmente, mi rilasso. Con l'approssimarsi dell'ora di pranzo parto e torno a casa.
Ma l'anziano sulla Opel Tigra rossa, cosa voleva?
1. Voleva anche lui ascoltare la radio e leggere un libro, ma non ha trovato un parcheggio libero finché non me ne sono andato io.
2. Era un agente della vigilanza, in incognito, al primo giro si è annotato la targa, ha chiamato l'Interpol per un controllo ma gli hanno detto che non avevano nulla su di me, allora è tornato una seconda volta per controllare di aver preso bene la targa.
3. La moglie brontolana l'ha cacciato di casa, lui non sapeva dove andare, cercava un posto isolato ma ha trovato me, così è tornato a casa, ma la moglie brontolona non lo lasciava in pace, la seconda volta che è venuto nel parcheggio la moglie brontolona era legata e imbavagliata nel baule.
4. Ha litigato col criceto che ha il vizio di corrergli dentro alla ruota di scorta, cercava un posto isolato per sbarazzarsi della ruota di scorta ed eventualmente far smarrire il criceto, perché dentro il baule, con la ruota di scorta e il criceto, la moglie brontolona legata e imbavagliata sennò non ci stava.
5. Era il sindaco che valutava se mettere o meno un parchimetro, inoltre, avesse trovato un auto parcheggiata con nessuno a bordo, l'avrebbe scassinata per infilare nel baule la moglie legata e imbavagliata, il criceto e un anziano suo sosia che va in giro anche lui con un'Opel Tigra rossa millantando di essere il sindaco.
martedì 21 dicembre 2010
RIFLESSIONE
"Lo fanno sembrare così facile.Legare con un altro essere umano.E' come se nessuno gli avesse detto che è la cosa più difficile al mondo." (DEXTER - STAGIONE 5 - EPISODIO 12)
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