giovedì 6 novembre 2014

Sport che stanno prendendo piede e che presto soppianteranno le attuali discipline olimpiche - 3 (Vela pietosa)

VELA PIETOSA

Uguale all'America's Cup: team con equipaggiamento ultramoderno e imbarcazione in materiale ipertecnologico. Al posto della vela un lenzuolo sui cui hanno dormito venti lottatori di sumo in condizioni igieniche precarie.


domenica 2 novembre 2014

Uomini che non sanno fare la spesa

Io interiore: "Angelo, è inutile cercare per forma del flacone, qui tra i prodotti per la pulizia del WC ce ne sono di molto simili ma quello della candeggina+sgrassatore 2 in 1 qui non c'è, così come non c'era tra le candeggine o in mezzo agli sgrassatori. Smettila di guardare quel buono sconto! Le figure spesso ingannano, apri la mente, pensa fuori dagli schemi!"

Io: "Sì, devo pensare fuori dagli schemi... non voglio ridurmi a chiedere ai commessi come fanno gli anziani. No, devo usare la logica. Rasoio di Occam: se il flacone non si trova vuol dire che... NON C'E'! Infatti eccolo lì, spazio vuoto sullo scaffale, non ce n'è più, l'hanno finito. Per forza, era in offerta."

Io interiore: "Elementare, mio caro Watson."



giovedì 30 ottobre 2014

Il mito dei ladri acrobati

Quello dei ladri acrobati è un mito che va sfatato, essi infatti non esistono.
Noi dell’associazione Ladroni Garbati lo sappiamo bene, infatti tutto è partito da noi.
Nel 1993, siccome molti di noi si infortunavano durante le nostre razzie notturne, anticipando la legge 626 sulla sicurezza sul lavoro, ci siamo mobilitati contro il nostro datore di lavoro (Diabolik) per ottenere maggiori garanzie contro i rischi dell’andare a rubare di notte nelle case. Tra le altre misure adottate è stato impartito da subito l’obbligo di munirsi di ponteggi e impalcature da tirar su quando c’era da visitare qualche abitazione passando dalle finestre, quelle dal primo piano in su.
Il rischio di farsi male c’era comunque, perché i ponteggi venivano messi giù male. Un po’ non eravamo capaci e un po’ non avevamo voglia, ma nel complesso eravamo contenti.

Il proprietario di un immobile che rientrava a casa o che si svegliava trovandosi svaligiata la casa, con una serie di ponteggi a deturpargli gran parte di una facciata, doveva scegliere tra denunciare subito l'accaduto alle forze dell’ordine o preoccuparsi prima di far sparire tutte le impalcature per evitare di essere indagato per ostentazione di cantiere edile abusivo (di sicuro il vicino appena vedeva dei lavori correva ad avvisare i vigili) e denunciare un furto da parte di ladri acrobati ignoti.
Carabiniere: "ma scusi, come hanno fatto a raggiungere quella finestra lì che la parete non presenta sporgenze o appigli di alcun tipo". 
Derubato: "guardi, secondo me han fatto una piramide umana in prossimità del passo carraio, da lì l’uomo al vertice della piramide è stato catapultato sui cavi dell’alta tensione lì, poi percorrendo il cavo della corrente su un monociclo lanciatogli dai suoi compari, facendo roteare una serie di clave sulla testa si è lanciato sul filo per stendere i panni e sfruttando l’effetto elastico si è librato nell'aria con un volo carpiato ed è atterrato sul davanzale".
Carabiniere: "bon, per me è andata così!".

Ovviamente molti derubati, per evitare grane con la giustizia, scelsero la storia del furto acrobatico, che però cominciò a diffondersi a macchia d’olio seminando il panico tra la popolazione, perciò per tenere tranquilla l'opinione pubblica, con un’operazione congiunta delle forze dell’ordine, vennero arrestati tutti i membri del Cirque du Soleil che si trovavano sul territorio nazionale. Poi però, siccome quello che strappava i biglietti all'ingresso dei loro spettacoli era anche procuratore della repubblica, venne insabbiato tutto, e tutto finì in niente.

Se vi capita di trovarvi delle impalcature davanti a casa, spesso tirate su a metà perché i ladri sono stati sorpresi dalle prime luci dell’alba prima di poter portare a compimento la loro bella opera criminale, la prima cosa da fare è chiamare al lavoro e dire che arriverete tardi, poi smontate i ponteggi, caricateli in fretta sul tetto della macchina e spostatevi nei pressi dell’abitazione di qualcuno che vi sta veramente sulle balle (di solito è il sindaco del paese) qui tirategli su tutta la bella impalcatura e avvertite i vigili. Lui si sveglia tra le 10 e le 10 e mezza del mattino, per cui tempo per fare tutto bene e con calma ce n’è.
Tanto poi se è il sindaco già si sa che i vigili non gli fanno niente, si mettono a posto fra loro e fanno trovare tutto in riva al corso d’acqua più vicino (ad esempio il fiume Mincio), poi sporgono denuncia contro ignoti.

venerdì 24 ottobre 2014

ORIGAMI LAND - RIASSUNTO STAGIONE 1 (TENETE BASSO IL VOLUME)

Un vecchio sempre vestito da Yoda (il maestro Jedi di guerre stellari) per via della sua passione per il cosplay incontra al parco quello che lui scambierà per un cane, ma che si rivelerà essere un dinosauro adolescente di bassa statura sempre in cerca di sostanze psicotrope. Com'è possibile confonderli? Forse il vecchietto è rincoglionito, forse si droga, forse entrambe le cose. Fatto sta che stanno succedendo cose strane, i moscerini della frutta hanno scoperto la tecnologia per viaggiare nel tempo ma ancora non riescono a controllarla, fanno balzi nel tempo a casaccio e forse è colpa loro se i dinosauri tornano dal passato. Intanto il vecchietto, catapultato accidentalmente nel giurassico, giunge alla conclusione che i lucertoloni si sono estinti perché non riuscivano a trovare la morosa, pertanto dal passato lancia una raccolta fondi per salvarli. Un sera ha anche un incontro ravvicinato con un alieno che gli sta rubando il gasolio dall'auto perché con lo stipendio che prende non può permettersi di andare a trovare la fidanzata su Alpha Centauri. In seguito, mentre cercherà l'alieno precipitato con la sua astronave perché pensava alla morosa lontana, una mano gigante compare alle sue spalle, lo sposta avanti e poi scompare; in realtà a ben guardare in tutta la prima stagione in alcuni frame si vedono alcune dita, da dove vengono? Di chi sono?
Come se non bastasse i ladri-acrobati girano a svaligiare le case, fortuna che il vecchietto ha due gatti su cui contare e parte sereno per le ferie. Il gufo Lucius che dovrebbe fargli da supplente per una puntata, si presenta sbronzo con la scusa di essere stato abbandonato dalla morosa, poi collassa e cade privo di sensi.
Di ritorno dalle vacanze il vecchietto ricorrerà all'alieno, con cui ha instaurato una sorta di amicizia, quando investirà uno sciacallo che crede un cane e gli chiederà di resuscitarlo, l'alieno non sarà in grado, ma succederà qualcosa di inspiegabile, il cane/sciacallo risorgerà diventando addomesticabile. Nell'ultimo episodio il piccolo Timmy cade nel tombino della fossa biologica, il vecchietto, il dinosauro teenager, i moscerini e l'alieno si precipiteranno a soccorrerlo.
Come finirà?
La stagione si chiude con un ulteriore dilemma: e adesso chi cacchio sarebbe 'sto Timmy?








lunedì 20 ottobre 2014

La mia infanzia tormentata

Mi hanno sempre raccontato che nelle foto non sorridevo mai, ieri sfogliando gli album di famiglia ne ho avuto ancora una volta la conferma.

"Tanto non troverò mai la morosa..."

 Gli abiti di parenti vissuti nell'ottocento all'epoca
andavano molto di moda.


"Sì, fatevene una ragione, da grande sarò un serial killer."

martedì 14 ottobre 2014

lunedì 6 ottobre 2014

Un anno fa circa

Un giochino che faccio in questo periodo è andare a cercare i miei commenti lasciati nei blog di altri l'anno scorso più o meno in questo periodo, per vedere se a distanza di un anno le cazzate che dico hanno ancora senso.

martedì 23 settembre 2014

22esimo anniversario di quando mi son ribaltato con l'ambulanza.

Maybe someone's trying to take my life away
Maybe I just want to live 'cause I'm not crazy
And I will move another mountain, maybe.

trad.:
Forse qualcuno sta cercando di portami via la vita
Forse voglio solo vivere perché non sono pazzo
E sposterò un'altra montagna, forse.

(From another world -Tony Iommi/Glenn Hughes)



Era il 23 settembre del 1992. Ricordo che era il secondo giorno di scuola, avevo 14 anni e facevo il secondo anno di ragioneria.
Quel mattino partii in bici per raggiungere la fermata della corriera con addosso l'inquietudine per non aver fatto tutti i compiti delle vacanze di italiano, che quel giorno la profe sicuramente li chiedeva; in particolare mi mancavano le schede libro di alcuni libri che non avevo letto. Stavo sfrecciando veloce giù per una discesa, un po' perché mi piaceva la velocità ma anche per evitare che il camion che stava sopraggiungendo da dietro mi raggiungesse nel punto in cui la strada si stringeva in prossimità di uno stop, ma prima che la discesa terminasse un'auto uscita da una strada alla mia destra intercettò la mia corsa. Mi schiantai contro l'auto all'altezza della sua ruota anteriore sinistra, volai passando sopra al cofano e precipitai a faccia in giù dall'altra parte, sull'asfalto. O almeno questa è la ricostruzione che hanno fatto, perché io non ricordo niente.
Ho perso i sensi. Dall'istante prima dello scontro fino al momento che il gentile commesso del supermercato lì accanto è venuto a scuotermi e a tirarmi su io non ricordo proprio niente, vuoto assoluto.
Avevo diverse escoriazioni in volto e sulla testa, occhiali distrutti, male a una caviglia e al collo. Arrivata l'ambulanza i soccorritori della Croce Verde mi misero il collarino ortopedico provvisorio e mi caricarono dopo avermi fatto stendere su una barella. Mia madre, che nel frattempo era sopraggiunta, salì con noi.

Sull'ambulanza cominciarono a medicarmi le ferite al volto, mi tagliarono i jeans per liberare la gamba e dare un'occhiata alla caviglia che aveva una ferita. Niente di grave comunque.
Ecco, quello che voglio sottolineare è che io tutto sommato non mi sentivo in pericolo di vita, e non capivo perché quella caspita di ambulanza viaggiasse a una velocità così assurda, per di più su una strada resa scivolosa da una pioggerellina sottile. Per cui presagivo benissimo il pericolo, e infatti: all'improvviso sentii urlare "ODDIO!" dal conducente e l'impatto fu istantaneo. Il rumore delle lamiere che si accartocciano sarebbe rimasto vivo trai miei ricordi per parecchio tempo.
Un'auto che probabilmente non aveva sentito l'ambulanza era uscita da un incrocio alla nostra destra. Lo schianto fu fortissimo. L'ambulanza carambolò con il muso in un fosso a sinistra. Io caddi dalla barella sbattendo fortissimo la schiena. Per la botta non riuscivo più a respirare.
Dicono che ti passa tutta la vita davanti, ma a me non è capitato, ricordo che mi sono tastato il torace per capire cosa non andasse, ero talmente contratto che lo sterno insieme alla parte terminale delle ultime costole con cui è saldato spuntavano verso l'esterno, un po' come se le costole di destra e quelle di sinistra stringendosi verso il centro spingessero in fuori lo sterno. Io ero nel panico, non riuscivo a immettere un briciolo d'aria nei polmoni, e ricordo che ho pensato "ecco, adesso è finita", giusto con l'ultimo centimetro cubo d'aria che avevo nei polmoni sospirai un flebile "aiuto!" che nessuno avrebbe potuto sentire. Mi stavo ancora dibattendo come un pesciolino fuor d'acqua in cerca d'aria quando mia madre si riprese e spaventatissima cominciò a chiedermi "STAI BENE?!". Poi pian piano un po' di aria cominciò a passare e quando altri soccorritori vennero a tirarci fuori già respiravo bene. Mi caricarono su un'altra ambulanza, sulla quale avevano già caricato, stesa su un'altra barella e priva di sensi, la moglie del conducente dell'auto che era morto nello schianto. L'ambulanza era piccola e le nostre due barelle la riempivano completamente per cui là dietro spazio per paramedici non ce n'era, eravamo soli. Quando l'ambulanza partì ricordo che mi aggrappai con tutte le forze ad una maniglia, aspettandomi il peggio.

In ospedale lamentavo sopratutto mal di schiena. Dopo avermi fatto le lastre, per valutare le mie condizioni, mi chiesero se ero in grado di camminare, io mi alzai credendo di farlo tranquillamente ma appena appoggiai i piedi giù dal lettino mi resi conto di essere pieno di dolori, e curvo come un vecchietto di novantanni, feci due miseri passettini. Dovevano avermi trovato in buone condizioni perché dopo avermi messo un altro collarino stavano per mandarmi a casa, ma poi ho cominciato a vomitare a più riprese, e siccome avevo già vomitato anche in sala raggi, devono aver riconsiderato il mio trauma cranico e mi hanno fatto ricoverare in neurologia per 2 settimane.

domenica 21 settembre 2014

Gros grain

Avendo la mamma col diploma di sarta so cos'è il gros-grain (pron. grogrèn), per cui non vacillo quando mi chiede di andare al mercato ad acquistarne un po'. Però chiedo un campione e per fortuna ce l'ha, perché senza non saprei destreggiarmi tra colori, spessori e tipologie varie. Mi basta presentarmi al banchetto della merceria e chiedere "ne avete di questo?". Sì, ne hanno, me ne tagliano la quantità richiesta e me lo consegnano. Che bello scoprire che incartano ancora la merce con le pagine dei vecchi elenchi telefonici o con le Pagine Gialle.


GROS GRAIN - Tessuto con pronunciate nervature nell'ordito ottenute con un effetto di armatura o con l'impiego di filati ritorti di titolo diverso. (dal DIZIONARIO DEI TESSUTI)

mercoledì 17 settembre 2014

CHECK-IN

Quelli come me che non hanno mai avuto la morosa non li lasciano partire in aereo.
Ai controlli se ne accorgono subito: sguardo perso nel vuoto, occhi spenti, espressione assente, broncio, postura curva, scoliosi, trascinamento dei piedi; non avendo nulla da perdere è un attimo che dirottiamo l’aereo per chiedere in sposa l’assistente di volo.

Le donne dei siti d'incontri

Le foto delle donne dei siti d'incontri mediamente sono di qualche anno fa. Loro sembrano più alte e slanciate di quanto non si capisca....