domenica 13 febbraio 2011

NEMESI

Il nemico del mio nemico è mio amico, quindi io che sono nemico del mio nemico sono mio amico, ergo per essermi amico devo trovarmi un nemico. Tanti nemici tanta gloria ma anche essermi amico tante volte. Nemico pubblico o privato quello non lo spiegano.

martedì 8 febbraio 2011

;-)

Lunedì, l'esigenza incomprensibile di raccontare immediatamente una serie di cose che mi sono capitate durante il week-end del tipo che mi son detto "ecco questa devo raccontarla in ufficio"; forse per paura di dimenticarle le infilo così senza che ci sia necessariamente un nesso con quello di cui si sta discutendo, è un po' come archiviarle, un po' come se raccontarle sia indispensabile affinché venga certificato che quelle cose sono accadute, oppure un po' per rivivere quella certa sensazione, per vedere se a condividerla migliora. Niente di che comunque, cose banali, film che ho visto, persone che ho incrociato, cose stupide che ho fatto. Col senno di poi, certamente una cosa triste, come triste è realizzare che si è dimenticato di raccontare quel certo particolare insignificante ma che per dovere di cronaca non si è riusciti a trattenersi dall'aggiungerlo più tardi, ancora più fuori contesto. Oggi poi è martedì, quindi più fuori luogo di così:

in una scena piuttosto psichedelica del film "Parto col folle" con Robert Downey Jr. si sente la canzone Hey You dei Pink Floyd.

martedì 25 gennaio 2011

BLUE SUEDE SHOES

Le scarpe che mi piacciono le avrei trovate anche, ma nel negozio in cui le ho viste non c'era un numero che mi calzasse, troppo strette. Anche stavolta ho dovuto rinunciare. Ora non mi resta che cercare e cercare finché avrò trovato il negozio con il numero che mi calza, ma quando l'avrò trovato mi piaceranno ancora? E se non le trovassi riuscirei ad accontentarmi di qualcosa di simile o mi butterei su qualcosa di completamente diverso? Ah, dannata moda, che costringi noi giovani uomini a sforzi estremi per farci stare al passo coi tempi.

venerdì 21 gennaio 2011

ASPETTO

Forse sto solo invecchiando, la stanchezza, le ore di sonno, le cose che non hanno senso, il male che trionfa, la mancanza di sincrono nelle cose che capitano quando ormai il desiderio s'è affievolito, la luce che si sta offuscando, l'interferenza fissa che disturba il segnale, il disadattamento a cui non riesco ad adattarmi, l'isolamento che mi ritrovo, le belle cose che vorrei meritare, il nulla che incombe, la salvezza che ha trovato traffico, il distacco che diventa utile e necessario, l'ebbrezza in due minuti di speranza, lo sfacelo che non s'interrompe, la bellezza che si spegne, la contentezza di chi si accontenta, la continenza di chi si contiene, la solitudine che è sempre quella, le vie d'uscita che si riducono e si fanno più strette, i ponti che non tengono più, la fiducia che se n'è andata a rane, l'amarezza che si fa pericolosamente dolce, il disagio che non toglie il disturbo, il disturbo che si fa disagio, la cura che non sana, il maledetto cane che si morde la coda in eterno in un circolo vizioso, gli scrupoli che mi rallentano, la desolazione dei giorni festivi, e tu che non arrivi.

martedì 11 gennaio 2011

CARLONA'S WAY

Ecco un po' di tranquillità, un insperato equilibrio di cui dovrei approfittare per fare delle scelte, prendere decisioni, prima che tutto torni ad andare a rotoli come di consueto; e invece niente, tardo, rimando, prendo tempo, mi dico di aspettare. Toccherà fare tutto all'ultimo, in fretta e furia, alla carlona.

sabato 8 gennaio 2011

ECCO

Ma chi sono io? Non lo so più. Quant'è difficile scegliersi un paio di scarpe quando non si sa più chi si è. Sono ancora il tipo che può andare in giro con le scarpe da skate giovanili e i pantaloni larghi o i jeans? La scelta sarebbe più semplice se avessi delle preferenze. Uno può andare in giro e sembrare un povero scemo ma indossare per lo meno qualcosa che gli piace, no? La realtà è che nei primi due minuti che sono nel negozio di scarpe mi piacciono tutte, passati quelli non me ne piace più nessuna; e questo ormai vale un po' per tutto. Sono talmente abituato a regolarmi in base alla gente che mi circonda che ormai questa maschera ormai non me la levo più, eppure sono confuso, come mi vogliono gli altri? Non lo so, ecco, sapere almeno questo sarebbe già un passo avanti. Ecco, potrei scegliermi un paio di scarpe a caso e diventare il tipo di persona che in genere indossa quelle scarpe, ecco, adattarmi io alle scarpe.

mercoledì 5 gennaio 2011

COMPULSIONE

Puntualmente appena mi metto a letto mi sorge sempre il dubbio di non aver spento la luce nel bagno, anche se ho già controllato più volte:
1. quando sono entrato in camera chiudendo lentamente la porta, assicurandomi che il rettangolo di vetro sopra la porta del bagno non proiettasse alcuna luce nel corridoio e ripetendomi per memorizzare l'informazione "la luce del bagno è spenta-la luce del bagno è spenta"
2. prima di indossare il pigiama, di nuovo, perché metti che ricordo male, meglio ricontrollare
3. dopo aver messo il pigiama, e dato che ci sono torno in bagno per bere un sorso d'acqua che c'ho la bocca un po' asciutta per via che mi sono lavato i denti poco fa
4. richiudendomi alle spalle la porta della camera ripetendo di nuovo: "la luce del bagno è spenta, la luce del bagno è spenta".
A volte addirittura mi sveglio di notte e mi viene da chiedermelo ancora e non riesco a resistere, devo controllare, a volte però è accesa - forse c'è dentro uno dei miei familiari - resto in ascolto in attesa di un suono che certifichi la presenza di qualcuno, in caso negativo torno a letto lasciando la porta aperta, se dopo mezzora non esce nessuno vado a spegnere.
Altre volte, quando sono l'ultimo della casa ad andare a dormire, faccio il giro della casa a controllare che porte e finestre siano chiuse; poi, finalmente in camera mia, non riesco a resistere, devo tornare a controllare e verificare anche di non aver lasciato acceso un fornello, di aver staccato la spina del tostapane, disattivato il deumidificatore, spento TV, ferro da stiro, decoder del digitale terrestre, lavastoviglie, lettore DVD, lavatrice, phon, macchina per fare i pop-corn.
L'altra sera, tornato dal lavoro, dopo essermi chiuso la porta alle spalle mi è venuto da riaprire per controllare che "là fuori" fosse tutto spento.

martedì 4 gennaio 2011

RETROVISORE

Amico automobilista che mi segui senza rispettare le distanze di sicurezza mentre sto tornando a casa stasera, i tuoi fari sono talmente abbaglianti che la mia auto proietta davanti a sé un'ombra che copre la luce che proiettano i suoi stessi fari, l'automobilista che giunge dalla parte opposta, poi, rivede nella scena l'eclissi delle 9 del mattino, tira fuori un vetro affumicato per non danneggiarsi la vista e gli vien voglia inspiegabilmente di speck. Ringrazia il cielo che tu giri a sinistra e io invece tiro dritto, vah.

lunedì 3 gennaio 2011

PER QUANDO TORNI

Sono un pirla, quando ho bisogno di stare in pace e da solo prendo la macchina e vado in un parcheggio lontano da casa, lontano da potenziali persone che possono conoscermi, lì ascolto la radio, leggo un libro (quando ricordo di portarlo, altrimenti il manuale dell'auto). Il posto che scelgo è sempre un parcheggio isolato o comunque la parte di un parcheggio abbastanza vuota. La cosa curiosa è che, per una strana legge cosmica, appena parcheggi in una zona isolata, tempo due minuti, e arriva un'altra auto che parcheggia giusto di fianco alla tua. Domenica mattina ho trovato un parcheggio completamente vuoto, soddisfatto mi ci sono piazzato, dopo un paio di minuti arriva una Opel Tigra rossa guidata da un anziano, l'auto gira nel parcheggio, si ferma un attimo col motore acceso, intanto la controllo nel retrovisore e blocco le portiere, poi l'auto se ne va. Meno male, torno a farmi i fatti miei. Dopo circa cinque minuti, di nuovo l'anziano a bordo della Opel Tigra rossa, fa il giro, si ferma un attimo poi va via. "Va beh" mi dico io passando sul lato guida "mi sa che è meglio cambiar posto che qui è troppo trafficato". Vado nel parcheggio di un centro commerciale lì vicino, scelgo la zona lontana dall'ingresso, bellissima, vista lago di Garda, purtroppo però ho il sole in faccia e sono vicino ad una stradina di svolta e le altre auto passano in continuazione, scelgo un altro posto nello stesso parcheggio, spalle al sole, ombra, tranquillo, lontano da tutti, finalmente, mi rilasso. Con l'approssimarsi dell'ora di pranzo parto e torno a casa.
Ma l'anziano sulla Opel Tigra rossa, cosa voleva?
1. Voleva anche lui ascoltare la radio e leggere un libro, ma non ha trovato un parcheggio libero finché non me ne sono andato io.
2. Era un agente della vigilanza, in incognito, al primo giro si è annotato la targa, ha chiamato l'Interpol per un controllo ma gli hanno detto che non avevano nulla su di me, allora è tornato una seconda volta per controllare di aver preso bene la targa.
3. La moglie brontolana l'ha cacciato di casa, lui non sapeva dove andare, cercava un posto isolato ma ha trovato me, così è tornato a casa, ma la moglie brontolona non lo lasciava in pace, la seconda volta che è venuto nel parcheggio la moglie brontolona era legata e imbavagliata nel baule.
4. Ha litigato col criceto che ha il vizio di corrergli dentro alla ruota di scorta, cercava un posto isolato per sbarazzarsi della ruota di scorta ed eventualmente far smarrire il criceto, perché dentro il baule, con la ruota di scorta e il criceto, la moglie brontolona legata e imbavagliata sennò non ci stava.
5. Era il sindaco che valutava se mettere o meno un parchimetro, inoltre, avesse trovato un auto parcheggiata con nessuno a bordo, l'avrebbe scassinata per infilare nel baule la moglie legata e imbavagliata, il criceto e un anziano suo sosia che va in giro anche lui con un'Opel Tigra rossa millantando di essere il sindaco.

martedì 21 dicembre 2010

RIFLESSIONE

"Lo fanno sembrare così facile.
Legare con un altro essere umano.
E' come se nessuno gli avesse detto che è la cosa più difficile al mondo." (DEXTER - STAGIONE 5 - EPISODIO 12)

mercoledì 15 dicembre 2010

2' IN 6'

O.K., ora toccherà trovare un paio di argomenti da inserire al momento giusto in conversazioni che vireranno sul cosa farò a natale e dove andrò a capodanno, occorrerà trovare validi motivi per abbandonare a metà discussioni su settimane bianche che non farò, servirà trovare ad istinto il momento opportuno per svicolare, dileguarsi, evitare saluti recitati e auguri finti, e tra i tanti finti sforzarsi di trovarne uno che si avvicini il più possibile al vero ed imitarlo fintamente a mia volta. Sarà inoltre necessario decidere se sbarazzarsi o meno di persone che ritenevo importanti ma che non rispondono alle mie mail. Sarà importante trovarsi un diversivo, una distrazione che mi traghetti fuori dalle festività, che se mi fermassi un attimo a pensare comincerebbe il tormento. Per ultimo stabilire se "2 Minutes To Midnight" degli Iron Maiden, che dura sei minuti circa, vada ascoltata due minuti prima della mezzanotte (dell'ultimo dell'anno s'intende) seguendo l'indicazione del titolo, o otto minuti prima della mezzanotte affidandosi al minutaggio.

martedì 14 dicembre 2010

NIENTE CHE PASSAVA

Ed io chi sono stato? Lo spauracchio sulla strada sbagliata che ti ha costretta a virare sulla retta via? O lo zerbino su cui ti sei pulita i piedi prima di entrare in una nuova e confortevole casa? Il sostegno cui ti sei poggiata per non cadere o l'abisso in cui non avresti voluto precipitare? Mi piacerebbe proprio entrare in quella tua testolina e capirlo una volta per tutte. Chi sono stato? O forse non sono stato, perché potrei anche non essere stato. Io immaginavo di essere qualcosa, e invece nulla, ero solo niente che passava.

lunedì 13 dicembre 2010

ANTIMATERIA

E mentre tutti pensavate giustamente al vostro futuro io perdevo tempo con il mio gerundio. Impegnati a diventare ciò che avreste voluto diventare voi, preso dal mio camminare di lato e ostinato nel tentativo di non peggiorare io.

venerdì 10 dicembre 2010

PRESEPE VIVENTE

Mi chiama Putin in piena notte, e in dialetto mantovano stretto mi dice che al Cremlino stanno organizzando il presepe vivente e serve un uomo di responsabilità che raccolga le deiezioni ovine, strigli l’asinello, pettini il bue e faccia sudare il maiale; il maiale nel presepe non ci sarebbe, ma lui per vezzo ha deciso di mettercelo. Io non riesco a dirgli di no e prima che il gallo canti tre volte son già a Mosca, bell’imbacuccato nel mio pelliccioto di alpaca siberiano, che cammino tutto arzillo nei miei nuovi stivaloni tarocchi da cosacco prussiano. Giunto sul posto comincio subito a darmi da fare, come Giuseppe c’hanno messo l’attore che interpretava Ivan Drago nel film Rocky IV, ci faccio due chiacchiere e lo convinco a dire “ti spiezzo in due” a Maria che, ci metto un po’ a capirlo per via di tutto quel trucco, è proprio Sylvester Stallone. Al Cremlino non fa per niente freddo come avevo immaginato, anzi, si schioppa dal caldo, hanno installato un gigantesco fungo riscaldante, simile a quelli che mettono fuori dai locali con i tavolini all'aperto anche in inverno, solo che questo è alto 20 metri ed è alimentato da una centrale a turbogas situata alle porte della città. Non c’è una pastorella brutta e sono tutte in bikini, per cui chiamo a casa e dico che non torno più.

giovedì 9 dicembre 2010

ATTACCHI DI PANICO

Io e lei, primo appuntamento in un ristorantino romantico, un posto tranquillo e intimo, luci soffuse, personale non invadente, ai tavoli si chiacchiera amabilmente a bassa voce. A circa metà cena lei, da seduta, improvvisamente si piega un po' di lato e, con estrema naturalezza, fa partire un rumoroso e imbarazzantissimo peto. Io sbianco, indeciso se fingere di non aver sentito o chiudere la cosa con una risata. Fissando il centrotavola realizzo che probabilmente tutti gli altri commensali ci stanno osservando, ma non trovo il coraggio di alzare gli occhi, li sposto solo un po' su di lei che, per niente imbarazzata, ha ripreso a mangiare come nulla fosse. Al che opto per una terza opzione: fingo di dover andare al bagno ma in realtà viro verso la cassa, lascio una somma esagerata, dico che ho un'urgenza a casa, poi esco, salgo in macchina e sgommo via. Non faccio in tempo a pensare che forse è il caso di mandare un sms per avvertirla, che già ho imboccato il casello di Mantova Nord deciso a correre immediatamente in aeroporto, prendere il primo volo per una località sufficientemente lontana e starmene alla larga per un mese o due, anche sotto falsa identità se necessario. All'uscita per Villafranca mi accorgo che, sconvolto, ho percorso tutto il tratto autostradale contromano. Mi fermo in una piazzola di sosta e riflettendomi nello specchietto retrovisore rivedo mentalmente la scena e mi rendo conto dell'equivoco: lei che si aggiusta la gonna spostandosi sulla sedia e giusto in quel momento il signore dietro di lei che si alza dal tavolo facendo strisciare la seggiola che grattando sul pavimento produce quell'anomalo rumore.

Le donne dei siti d'incontri

Le foto delle donne dei siti d'incontri mediamente sono di qualche anno fa. Loro sembrano più alte e slanciate di quanto non si capisca....