In passato ho lavorato al circo, facevo il clown triste. Entravo in scena con un fiore appassito, dichiaravo di non aver mai avuto la morosa, mi facevo compatire e la gente il giorno dopo si vantava in ufficio di aver assistito allo spettacolo più brutto del mondo.
Poi per un po' venivo annunciato come il clown con le balle girate, entravo in scena con una bicicletta, mi scendeva subito la catena e cominciavo a imprecare contro tutto e tutti, da quelli seduti in prima fila fino al buco dell'ozono. E i bambini: "MAMMA, GUARDA CHE BELLA CRISI ISTERICA CHE HA IN CORSO IL SIGNOR PAGLIACCIO, DA GRANDE VOGLIO DIVENTARE COME LUI!".
Per un certo periodo in Italia c'erano più bambini che volevano fare il pagliaccio con le balle girate invece che il calciatore, l'astronauta o il pilota di formula uno. Il ministero dell'istruzione cominciò a preoccuparsi perché i temi dei bambini vertevano tutti su quell'argomento lì: diventare pagliaccio che gli girano i santissimi. Anche trai genitori ci fu il panico perché nessuno voleva mantenere agli studi un figlio che da grande per lavoro si faceva venire i cinque minuti, per cui ci fu un inchiesta parlamentare e con un decreto legge vietarono tale figura di intrattenimento. Adesso per vedere un bello spettacolo di balle girate bisogna andare oltre confine, in Benelux ci sono i clown più bravi.
A me fanno tanta tristezza i clown...
RispondiEliminaAnche quelli che escono in 50 dallo stesso maggiolino?
EliminaRidi pagliaccio.. ;)
RispondiEliminaHo un blog, fai un salto http://pietrosabaworld.blogspot.it/
No, sei troppo ammiccante.
Eliminasarà il famoso patriota Pietro Ammicca?
EliminaHo cercato nel www, ma ho trovato solo Pietro Ammicca affarologo appaltologo
Eliminanon ricordavo il personaggio di Proietti, che aveva gia' fatto il gioco di parole. il riferimento e' a Pietro Micca, eroe del Risorgimento.
EliminaBella la sua ultima frase «alzati, che sei più lungo d'una giornata senza pane», che se ci pensi micca nel nord Italia significa pagnotta di pane. Forte anche Proietti.
EliminaVesti la giubba, conosciuta soprattutto come Ridi, pagliaccio o "Recitar", è un'aria dell'opera Pagliacci di Ruggero Leoncavallo. Viene intonata alla fine del primo atto da Canio, che si prepara per la commedia nel ruolo di Pagliaccio, nonostante abbia scoperto, avvisato da Tonio, il tradimento della moglie Nedda. Quest'aria rappresenta il concetto di "clown tragico", che apparentemente non presenta nessun turbamento, ma che al di fuori del suo ruolo è continuamente frustrato.
RispondiEliminaMi riferivo a quest'opera lirica, cantata dai più grandi come Pavarotti, era solo una citazione...scusa se sono sembrato presuntuoso, ho sbagliato a mettere l'occhiolino..ciao
RispondiEliminaNo, hai sbagliato a mettere il link, l'avevo preso per uno spam. :)
EliminaSe cambia il governo stai pure certo che riammettono il clown dalle balle girate. E sarà ancora più incazzato. E faranno pure una fiction.
RispondiEliminaSarebbe molto bello uno sceneggiato che mandi in visibilio una nuova generazione di bambini.
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