Nuova comunicazione: altri tre mesi di cassa integrazione, un giorno a settimana per ora, più avanti si vedrà. Ancora non sono preoccupato seriamente, nel settore in cui lavoro sono abituato a tempi di magra che si ripetono circa ogni due anni. Qualche anno fa sono sopravvissuto ad una tornata di tagli al personale, salvato dal fatto che un componente del nostro ufficio se n'era andato da poco e quindi il taglio di un dipendente per ogni ufficio per noi non si è verificato (ovviamente fino all'ultimo ho temuto il peggio). Non sono preoccupato seriamente ma comunque sono preoccupato, tempo fa parlando di pensioni avevo cercato di immaginare come sarebbe stata la vita in ufficio con i miei colleghi diventati ultrasessantenni insieme a me e un po' mi si è gelato il sangue, ma ora quella possibilità mi sembra molto remota. Tra l'altro se penso che ci sono aziende messe molto peggio di noi o che addirittura hanno già chiuso comincio a vederla veramente nera. Mannaggia alla crisi!
lunedì 30 gennaio 2012
giovedì 26 gennaio 2012
IL MIO PROFILO MIGLIORE
Beccato in ufficio mentre valuto un depliant pubblicitario in 3D trovato nella posta che stavo smistando.
I miei colleghi mi trovano sempre inquietante quando indosso i guantini di lattice, ma non è che li uso per non lasciare impronte, li utilizzo perché, soprattutto in alcuni periodi, il continuo contatto con materiali cartacei mi fa squamare la pelle.
(La foto è di qualche mese fa)
martedì 24 gennaio 2012
DJ RAPINA
A metà degli anni 80 mettevo i dischi nei locali con lo pseudonimo di DJ Omeopatia, mi presentavo nelle discoteche indossando un passamontagna con il simbolo catarifrangente del dollaro ($) appiccicato in fronte; tutti ballavano come forsennati la musica che mettevo, a metà serata gridavo “SU LE MANIIIIIIIIIIIIIII… QUESTA E’ UNA RAPINAAAAAAAA!!!” mandando in frantumi l’impianto luci con una sventagliata di mitra. Un mio socio vestito da Zorro ad un mio cenno si faceva largo tra i presenti per raccogliere portafogli e gioielli in un sacco di iuta, se qualcuno cercava di reagire lo facevo desistere minacciando di mettere un disco di Nilla Pizzi, nel frattempo l’altro socio si occupava del guardaroba, un terzo nel parcheggio aspirava dai serbatoi delle auto benzina e gasolio che, ahimè, dopo averne anche ingurgitato involontariamente una buona parte, faceva confluire in una stessa tanica rendendo il liquido raccolto inutilizzabile. La serata terminava con noi che ci davamo alla fuga prendendo in ostaggio la cubista, o al limite il cubo, un buttafuori nerboruto, una pianta grassa, o in casi estremi anche la sagoma cartonata di Claudio Cecchetto. Ovviamente la nostra carriera criminale ebbe vita breve in quanto le forze dell’ordine ci davano la caccia. Ricordo che venimmo ingaggiati da un losco figuro con la divisa della guardia di finanza per una serata al RETATA di Busto Arsizio. Io non me la sentii di rischiare così regalai il mio passamontagna a Topo Gigio e lo convinsi a prendere il mio posto rivelandogli che nel retro del locale era custodita, in un caveau, un enorme forma di groviera. Lui non se lo fece ripetere due volte ma come immaginavo finì male: si presentò al locale con due complici, Winnie The Pooh e Diabolik, il primo quando si trattò di farsi largo tra la gente con un sacco di iuta inciampò e vi cadde dentro, il secondo si calò silenziosissimamente dal soffitto sopra il guardaroba, strangolò la guardarobiera (a quei tempi non andava tanto per la quale), adocchiò un paio di capi di discreto valore, li prese e se ne andò via furtivo così come era arrivato. Topo Gigio invece venne arrestato, ma gli andò bene in quanto, per via di un vuoto legislativo, nel nostro paese non è possibile processare e condannare una pantegana parlante.
martedì 17 gennaio 2012
L'INSOLITA ROUTINE
Come ogni mattina alle 7.05 ingrano la retro e con la mia auto esco dal garage, mia madre come sempre è lì ad aprirmi e chiudermi il portone. Gliel'ho detto di lasciare stare che ci penso io, che fa un freddo della madonna e le fanno anche male i piedi per i reumatismi, ma niente, non molla. Il termometro dell'auto segna 8° C ma è perché sono appena uscito, infatti nel giro di qualche minuto scende a -3°C. Comunque nebbia non ce n'è, oddio, giusto qualche banchettino qua e là. Il solito imbecille, quello che mi si accoda a 2 cm dal paraurti posteriore mostrando l'impellente esigenza di superarmi perché gli 80 km orari a cui viaggio gli sembrano troppo pochi, oggi non si fa vedere. In auto ascolto Tropical Pizza, podcast del programma radiofonico che va in onda di pomeriggio, si tratta dell'ultima puntata prima del natale, poi ho deciso di non ascoltarlo più per un po' perché mi sono accorto che se ascolto quello non riesco a vagare liberamente con l'immaginazione come facevo prima. Attraverso la campagna in un paesaggio artico e penso all'Islanda, quel paradiso freddo che sognavo nei caldi afosi di qualche estate fa, ho scoperto che quel desiderio di andarci mi era stato indotto da un libro che avevo letto e che ho riletto qualche giorno fa. La tappa intermedia è l'edicola, la proprietaria è il sindaco, sarà per sua la carica istituzionale ma non riesco a darle del tu, oggi in negozio però c'è il marito e quello non ho difficoltà a salutarlo con un ciao. Passando per il paese dove si trova la ditta noto un ragazzo con lo zaino in spalla, penso ai tempi della scuola superiore, ricordo vagamente cosa facevo durante il tragitto casa-corriera-bar-scuola, in pratica una vita fa. Ultimo tratto il viale alberato che passa davanti al cimitero, gli alberi spogli contornati da uno spesso strato di brina sembrano fatti di ghiaccio, poi stupore nel vedere il parcheggio della ditta completamente coperto da un sottilissimo strato bianco, giusto una spolverata di neve, sembra zucchero a velo. Freno bruscamente per testare il dispositivo antipattinamento e l'ABS, niente, infatti non si è formato il ghiaccio, me ne accorgo quando scendo, non si scivola. Chiudo l'auto e faccio la mia passeggiata di 3 minuti in mezzo al bianco per raggiungere la palazzina degli uffici immaginandomi dentro ad un enorme congelatore. Poi durante la mattinata qualcuno si collegherà ad internet e mi farà sapere che, caso raro, trattavasi di neve chimica formatasi dall'incontro tra smog presente in Val Padana e correnti fredde arrivate dalla Russia.
lunedì 9 gennaio 2012
OFFUSCAMENTO
Attimi di sgomento stamattina in linea con un fornitore quando alla richiesta del nostro recapito telefonico ho indugiato, non ricordavo, ho riso imbarazzato mentre la mia mente sforzandosi di ricordare il numero mi proponeva il mio numero di casa e il numero di fax, poi ce l'ho fatta, non mi era mai successo di dimenticarlo, anche perché è brevissimo. Più tardi si parlava di profezie ed è stato citato Padre Pio, al che mi sono sforzato ripetendo mentalmente Padre Pio Padre Pio Padre Pio, alla fine mi sono ricordato, non è che non sapevo chi fosse ma non riuscivo a collegare quel nome alle informazioni che avevo nella testa. Sarà la stanchezza o la vecchiaia, io intanto per portarmi avanti ho deciso che d'ora in avanti, quando sarò davanti alla TV insieme alla famiglia a seguire un quiz televisivo, alle domande comincerò a dare risposte assurde facendo il simpatico. Ad esempio:
Domanda: qual è la capitale della Spagna?
IO: GARIBALDI!!!
Domanda: qual è lo sport più praticato in piscina?
IO: IL FAGIANO!!!
Domanda: in che anno l'uomo ha messo piede sulla Luna?
IO: SAMANTHA FOX
così quando sarò rincitrullito del tutto nessuno se ne accorgerà.
giovedì 5 gennaio 2012
IL FREDDO NEGLI STINCHI
E' arrivato il freddo, quello serio, te ne accorgi perché lo senti nelle ossa. Punture di spilli che forano le guance appena metti il naso fuori, e aria gelida che penetra i vestiti.
mercoledì 4 gennaio 2012
LA MATASSA DA SBROGLIARE
Il problema è l'entusiasmo, per quanto sia brutto esordire nel primo post del nuovo anno in questo modo, mi duole ammetterlo ma è così. Sarebbe bello capire dove l'ho perso, scoprire perché a poco a poco se ne è andato, sapere esattamente quando. Sospetti ne avrei, supposizioni anche; ma non può essere solo la routine, certo il lavoro che faccio non è che stimoli molto la creatività, però, insomma, non è come lavorare in fabbrica. Io mi ricordo che avevo questa specie di fuoco che ardeva, avevo un carburante che non si esauriva, una forza che mi trascinava; in pratica ero sempre innamorato, e questo è forse il punto: perché non mi innamoro più? Dove sono finite le gigantesche illusioni in cui cadevo dentro con tutte le scarpe? Gli amori non corrisposti ormai non mi fanno più male. Mi manca tendere a qualcosa di più alto, mi manca una direzione.
sabato 31 dicembre 2011
VEGLIONE RISTRETTO
Sono le 18.59, ho già cenato, mi sincronizzo col fuso orario di Islamabad e vai col conto alla rovescia -10, -9, -8, -7, -6, -5, -4, -3, -2, -1 ALLLEEEEEEEEEEEE BUONANNO., POP POP POP Fsssss-fiiiiiiiiihiiiiiiiiiiiiiiiiiii PUM-BATA-TRA'-RACA-RACA-TUM-FIIIIIIIIIIHHH-PUM TA TA TA' eeeeeeeh, PEPE'PEPEPE'PEPE'PEPEPEPE'PEPE'...
venerdì 23 dicembre 2011
L'USCITA DI SCENA
Un mio commento ad un post in uno dei blog di Tatiana il giorno 1 dicembre del 2008 (trovato spulciando i miei archivi) e dato che è un po' natalizio...
Dunque, prima si arrivi a conclusioni azzardate occorre specificare che l’autore scrisse questa canzone durante un periodo in cui, indebitato fino al collo, si trovava nella necessità di comprare una macchina nuova e accendere un nuovo mutuo in banca, con lo stress che da mesi gli impediva di raggiungere un’erezione soddisfacente e gli strozzini che quotidianamente andavano a bussargli alla porta. Nella più totale disperazione decise quindi di scrivere una letterina a Babbo Natale, nella prima versione infatti il ritornello diceva “Quel che piacerebbe a me è una rateizzazione infinita a tasso zero / quel che piacerebbe a me è una potenza virile incredibile, più o meno / quel che piacerebbe a me è che almeno Babbo Natale fosse vero…”, purtroppo per una terribile fatalità, nell’imbustarla fece confusione con dei foglietti e finì per spedire una bellissima canzone che aveva sonorità decisamente solari e che lui aveva scritto molto tempo prima, al Polo Nord (ma recapitata poi accidentalmente dalle poste italiane a casa di Pau dei Negrita - avrete già capito di che canzone sto parlando) mentre portò la letterina in sala prove, dove, dopo aver sentito il testo, gli altri componenti del gruppo lo presero a sputi in faccia. Accortosi della magagna, e con l’assoluta convinzione che gli altri membri del gruppo l’avrebbero preso presto a pugni, sistemò al volo la canzone e il ritornello si trasformò dunque in: quel che piacerebbe a me è una specie di neutralità (ovvero spero di non prenderle almeno stasera) a passione zero (ovvero c’ho messo più passione a scrivere la letterina a Babbo Natale e spero che loro ci mettano ancora meno passione a menarmi) quel che piacerebbe a me è un’indifferenza orribile (ovvero speriamo che gli altri rimangano indifferenti a quello che sto cantando) più o meno…
martedì 20 dicembre 2011
AL CINEMA CON GAUDIO
LE IDI DI MARZO - Lo spettatore si trova immediatamente spiazzato: credeva di vedere un film su Giulio Cesare e invece si becca George Clooney candidato alle primarie in Ohio.
IL GATTO CON GLI STIVALI - Un bel micio con un paio di curiose calzature si inventerà di dover affrontare incredibili avventure alla ricerca di un tesoro perduto, e tutto come scusa per non farsi sterilizzare dal veterinario.
SHERLOCK HOLMES - GIOCO DI OMBRE. Ambientate nel 1800 si narrano le gesta di un investigatore e del proprio fedele assistente intenti a sembrare il più distanti possibile dall'immaginario comune dei noti romanzi, il tutto mentre il defunto Sir Arthur Conan Doyle, ai giorni nostri, si rotola bellamente nella propria bara.
IL GATTO CON GLI STIVALI - Un bel micio con un paio di curiose calzature si inventerà di dover affrontare incredibili avventure alla ricerca di un tesoro perduto, e tutto come scusa per non farsi sterilizzare dal veterinario.
SHERLOCK HOLMES - GIOCO DI OMBRE. Ambientate nel 1800 si narrano le gesta di un investigatore e del proprio fedele assistente intenti a sembrare il più distanti possibile dall'immaginario comune dei noti romanzi, il tutto mentre il defunto Sir Arthur Conan Doyle, ai giorni nostri, si rotola bellamente nella propria bara.
sabato 17 dicembre 2011
L'INSISTENZA DI UN BABBO NATALE
Ah, fosse facile scrivere un post quanto trovare un nuovo layout al blog!
Il fatto è che non trovo ispirazione, buio totale, nemmeno quel lumicino che di tanto in tanto giusto quelle due righe me le fa anche scrivere. Non che sia un periodo particolarmente brutto. Poco entusiasmo, tutto qui. Ecco, sì, mi manca la voglia più degli argomenti.
Intanto Babbo Natale continua a mandarmi mail con allegati un po' sconci, un po' sciocchi, un po' divertenti. Io a Babbo Natale non ci credo, così gli ho risposto schiettamente "Caro Sig. Babbo Natale, io a Lei non ci credo, La prego di smettere di intasarmi la casella della posta elettronica con le Sue sciocchezzuole. Cordialmente."
Lui non molla, continua a inviarmi roba tipo il filmino del pinguino che fa marameo all'orca assassina, quello del neonato che cade da in cima l'Empire State Building e rimbalza cadendo incolume nel carrello della spesa di un senzatetto, la foto del tizio che si è fatto tatuare le strisce pedonali sulle natiche, oppure la vignetta in cui viene svelato che le sue renne volano grazie alla propulsione delle proprie puzzette. Ho provato a segnalarlo come spam ma evidentemente grazie a qualche suo potere magico riesce a eludere il filtro anti-spamming, al che mi trovo costretto a inviargli una mail con in allegato scansione della letterina scritta di mio pugno con la lista dei regali che desidero ricevere; credo infatti che funzioni così: se non riceve un numero prestabilito di letterine non gli pagano lo stipendio.
giovedì 24 novembre 2011
L'EPICA BATTAGLIA TRA IL BENE E IL MALE FINISCE ANCORA UNA VOLTA PARI E PATTA
Il mio lettore MP3 non si accende più, è ancora in garanzia, lo porto al negozio in cui l'ho comprato. L'addetto fa un paio di tentativi per verificare quello che dico, e conferma, non si accende, non va. Mi dice che devo occuparmi io di portarlo all'assistenza, che loro non fanno quel tipo di servizio. Replico con disappunto, spiegandogli che per legge, poiché il prodotto è ancora in garanzia ed è stato acquistato presso il loro punto vendita, devono essere loro ad occuparsi di mandarlo in assistenza e assicurarsi che venga riparato. Insiste di no, mi fa leggere sul suo computer le loro procedure, se proprio voglio che se ne occupino loro mi costerà 60 euro+IVA. Ribadisco che non funziona così e che se non esiste una loro procedura che se la inventino. Chiedo di parlare con il direttore. Mi fanno aspettare. Ancora uno scambio di battute con un altro addetto venuto a portare rinforzi, mi arrabbio, mi trema un po' la voce ma mi controllo, non voglio passare dalla parte del torto e poi so che anche se riuscissi ad avere ragione di tutta la faccenda sono un po' preoccupato che poi me la facciano pagare creando inconvenienti e ritardi qualora si occupassero di mandare l'apparecchio in riparazione. Chiedo di parlare con il direttore. Dicono che l'hanno chiamato ma non arriva. Mi spazientisco, sto per andare alla cassa per chiedere che mi chiamino sto benedetto direttore ma mi fermano. Il primo addetto con voce soave e flautata mi spiega che ha ricontrollato e sì, esistono due possibilità, o mi arrangio io, o se ne occupano loro, l'unico inconveniente è che se lo fanno loro i tempi si allungano di almeno una settimana (lo sapevo). Io resto sulle mie posizioni, replico che il tempo non mi interessa, non voglio farmi carico della seccatura di portare il prodotto in assistenza (anche perché in genere il negozio di assistenza si trova lontano e il sabato è chiuso, così oltre a perdere tempo dovrei spendermi delle ferie per farlo). Nel frattempo ci raggiunge il direttore, l'addetto lo tranquillizza subito con tono affettato, spiegando che voglio che se ne occupino loro, il direttore sottolinea sempre il rischio che i tempi si allunghino per questioni tecniche. Io dico che preferisco così. Non aggiungo altro anche se potrei fargli presente che l'addetto aveva inizialmente negato quella opzione cercando di farmi desistere dicendo che avrei dovuto pagare, ma per magnanimità, e anche perché temo rappresaglie sulla tempistica, evito di farlo. Tutto risolto, l'addetto apre la pratica, lascio a loro il lettore e torno a casa. Dopo circa una mezzora, nel frattempo sono tornato a casa, mia madre mi annuncia che hanno telefonato dicendo che l'hanno già riparato, anzi dice che adesso funziona e se voglio posso andare a riprenderlo. Vado, mi spiegano che bastava resettarlo, c'era un trucchetto sul sito del prodotto (escludendo di poterlo riparare non ci avevo nemmeno pensato), ringrazio e contento me ne vado.
mercoledì 23 novembre 2011
QUANDO MENO TE L'ASPETTI... ARRIVA UN OROSCOPO
Un sedicente tecnico della società elettrica si presenterà alla vostra porta dicendo di aver bisogno di controllare il contatore. Purtroppo di truffatori di questo tipo è pieno il mondo, e in genere prendono di mira gli anziani, i bambini, le persone deboli e quelle che sembrano abbastanza idiote da crederci. Non chiedetevi a quale categoria appartenete, ma piuttosto ditegli che non siete collegati alla rete elettrica perché nel vostro gabinetto avete ricavato una centrale a biogas che produce abbastanza watt da rendervi autosufficienti, invitatelo a vederla e quando meno se l’aspetta chiudetelo dentro il WC in cui avete da poco evacuato abbondantemente trascurando di tirare lo sciacquone perché in quel momento lui suonava alla porta. Dopo una mezzora di esposizione ai vostri miasmi lasciatelo libero, uscirà pallido e ben deciso ad abbandonare la via del crimine.
giovedì 10 novembre 2011
IN FILA
Ahimé, non posso obbligare nessuno ad amarmi, e anche se potessi non lo farei. Se si potesse comprare l'amore non lo comprerei, ma resterei in attesa che qualcuno lo venisse a comprare da me.
(Attenzione! Per quanto possa sembrare difficile da credere, nessun congiuntivo o condizionale è stato maltrattato durante il componimento del succitato pensiero)
giovedì 3 novembre 2011
AEROSTATO
My friends are so depressed
I feel the question of your loneliness
Confide..., 'cause I'll be on your side
You know I will, you know I will
(Red Hot Chili Peppers - My Friends - ONE HOT MINUTE - 1995)
I feel the question of your loneliness
Confide..., 'cause I'll be on your side
You know I will, you know I will
(Red Hot Chili Peppers - My Friends - ONE HOT MINUTE - 1995)
Mi sbaglierò, ma un tempo si era tutti molto più amici. Che poi detto da me che sono un solitario assoluto non ha molto senso. Sarà anche il contesto storico, ma a volerci pensare, anche solo tre anni fa, ci si fidava già di più gli uni degli altri.Sarà anche colpa del fatto che sto invecchiando pesantemente, e l'amicizia quando si spegne diventa una zavorra, e io non voglio essere una palla al piede, e tanto più che sono una persona su cui non puoi contare. Sarà che c'è sempre il solito guastafeste che si approfitta della nostra amicizia per chiedere favori, e ogni volta che qualcuno mostra simpatia nei nostri confronti c'è da chiedersi: lo fa perché gli servo?
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