martedì 21 dicembre 2010

RIFLESSIONE

"Lo fanno sembrare così facile.
Legare con un altro essere umano.
E' come se nessuno gli avesse detto che è la cosa più difficile al mondo." (DEXTER - STAGIONE 5 - EPISODIO 12)

mercoledì 15 dicembre 2010

2' IN 6'

O.K., ora toccherà trovare un paio di argomenti da inserire al momento giusto in conversazioni che vireranno sul cosa farò a natale e dove andrò a capodanno, occorrerà trovare validi motivi per abbandonare a metà discussioni su settimane bianche che non farò, servirà trovare ad istinto il momento opportuno per svicolare, dileguarsi, evitare saluti recitati e auguri finti, e tra i tanti finti sforzarsi di trovarne uno che si avvicini il più possibile al vero ed imitarlo fintamente a mia volta. Sarà inoltre necessario decidere se sbarazzarsi o meno di persone che ritenevo importanti ma che non rispondono alle mie mail. Sarà importante trovarsi un diversivo, una distrazione che mi traghetti fuori dalle festività, che se mi fermassi un attimo a pensare comincerebbe il tormento. Per ultimo stabilire se "2 Minutes To Midnight" degli Iron Maiden, che dura sei minuti circa, vada ascoltata due minuti prima della mezzanotte (dell'ultimo dell'anno s'intende) seguendo l'indicazione del titolo, o otto minuti prima della mezzanotte affidandosi al minutaggio.

martedì 14 dicembre 2010

NIENTE CHE PASSAVA

Ed io chi sono stato? Lo spauracchio sulla strada sbagliata che ti ha costretta a virare sulla retta via? O lo zerbino su cui ti sei pulita i piedi prima di entrare in una nuova e confortevole casa? Il sostegno cui ti sei poggiata per non cadere o l'abisso in cui non avresti voluto precipitare? Mi piacerebbe proprio entrare in quella tua testolina e capirlo una volta per tutte. Chi sono stato? O forse non sono stato, perché potrei anche non essere stato. Io immaginavo di essere qualcosa, e invece nulla, ero solo niente che passava.

lunedì 13 dicembre 2010

ANTIMATERIA

E mentre tutti pensavate giustamente al vostro futuro io perdevo tempo con il mio gerundio. Impegnati a diventare ciò che avreste voluto diventare voi, preso dal mio camminare di lato e ostinato nel tentativo di non peggiorare io.

venerdì 10 dicembre 2010

PRESEPE VIVENTE

Mi chiama Putin in piena notte, e in dialetto mantovano stretto mi dice che al Cremlino stanno organizzando il presepe vivente e serve un uomo di responsabilità che raccolga le deiezioni ovine, strigli l’asinello, pettini il bue e faccia sudare il maiale; il maiale nel presepe non ci sarebbe, ma lui per vezzo ha deciso di mettercelo. Io non riesco a dirgli di no e prima che il gallo canti tre volte son già a Mosca, bell’imbacuccato nel mio pelliccioto di alpaca siberiano, che cammino tutto arzillo nei miei nuovi stivaloni tarocchi da cosacco prussiano. Giunto sul posto comincio subito a darmi da fare, come Giuseppe c’hanno messo l’attore che interpretava Ivan Drago nel film Rocky IV, ci faccio due chiacchiere e lo convinco a dire “ti spiezzo in due” a Maria che, ci metto un po’ a capirlo per via di tutto quel trucco, è proprio Sylvester Stallone. Al Cremlino non fa per niente freddo come avevo immaginato, anzi, si schioppa dal caldo, hanno installato un gigantesco fungo riscaldante, simile a quelli che mettono fuori dai locali con i tavolini all'aperto anche in inverno, solo che questo è alto 20 metri ed è alimentato da una centrale a turbogas situata alle porte della città. Non c’è una pastorella brutta e sono tutte in bikini, per cui chiamo a casa e dico che non torno più.

giovedì 9 dicembre 2010

ATTACCHI DI PANICO

Io e lei, primo appuntamento in un ristorantino romantico, un posto tranquillo e intimo, luci soffuse, personale non invadente, ai tavoli si chiacchiera amabilmente a bassa voce. A circa metà cena lei, da seduta, improvvisamente si piega un po' di lato e, con estrema naturalezza, fa partire un rumoroso e imbarazzantissimo peto. Io sbianco, indeciso se fingere di non aver sentito o chiudere la cosa con una risata. Fissando il centrotavola realizzo che probabilmente tutti gli altri commensali ci stanno osservando, ma non trovo il coraggio di alzare gli occhi, li sposto solo un po' su di lei che, per niente imbarazzata, ha ripreso a mangiare come nulla fosse. Al che opto per una terza opzione: fingo di dover andare al bagno ma in realtà viro verso la cassa, lascio una somma esagerata, dico che ho un'urgenza a casa, poi esco, salgo in macchina e sgommo via. Non faccio in tempo a pensare che forse è il caso di mandare un sms per avvertirla, che già ho imboccato il casello di Mantova Nord deciso a correre immediatamente in aeroporto, prendere il primo volo per una località sufficientemente lontana e starmene alla larga per un mese o due, anche sotto falsa identità se necessario. All'uscita per Villafranca mi accorgo che, sconvolto, ho percorso tutto il tratto autostradale contromano. Mi fermo in una piazzola di sosta e riflettendomi nello specchietto retrovisore rivedo mentalmente la scena e mi rendo conto dell'equivoco: lei che si aggiusta la gonna spostandosi sulla sedia e giusto in quel momento il signore dietro di lei che si alza dal tavolo facendo strisciare la seggiola che grattando sul pavimento produce quell'anomalo rumore.

giovedì 30 settembre 2010

IL MIO CUORE: UN AVANZO DI GALERA (RECYCLED)

Innamorato no, ma mi permetto di pensare "sarebbe bello se...", mi prendo la libertà del condizionale, concedo la libertà condizionale al mio cuore, consapevole che alla prima occasione si farà beccare a viso scoperto, con il passamontagna inutilmente tirato su in testa, mentre armeggia con uno stetoscopio (il colmo per un cuore), intento a scassinare una cassaforte contenente un altro suo simile; e colto sul fatto (probabilmente dalla proprietaria stessa) replicherà con aria fintamente innocente: "perché, 'n se pò?".

venerdì 24 settembre 2010

LA BARCA DI CARTA

Sono qui per l'amore
per riempire col secchio il tuo mare
con la barca di carta
che non vuole affondare
(Sono Qui Per L'Amore - Luciano Ligabue)


Sono solo uno che ti pensa, escluso da ogni competizione.

mercoledì 22 settembre 2010

IL PASSO PIU' LUNGO DELLA GAMBA (LAVASECCO)

I wanna outrace the speed of pain for another day
(The Speed Of Pain - Marilyn Manson)


Mi sono accorto che il lavasecco da cui vado applica uno sconto non dichiarato ai portatori di baffi, per questo anche alcune signore che curano poco la loro estetica, incidentalmente ne usufruiscono a loro insaputa. La titolare, si sa, ha sempre avuto un debole per Clark Gable, lo fa quasi inconsciamente, prima di farti lo scontrino ti guarda in faccia sorniona e se hai i baffi ti abbuona sempre una buona quota. Da qualche tempo in paese tutti hanno cominciato a portare i baffi, anche i bambini, che per questo vengono appositamente sottoposti a cure ormonali. Io, un po’ perché a tenerli mi fanno prurito, un po’ perché sono un tipo alternativo, mi presento in negozio con i baffi disegnati col cerone alla maniera di Groucho Marx, la signora mi osserva per cinque minuti abbondanti ma poi mi fa comunque pagare il prezzo pieno, e appena accenno un “ma come…?” per chiedere spiegazioni mi replica con un “se ne vada subito o chiamo la polizia”. Quando torno a ritirare la montagna di vestiti che avevo lasciato contando su uno sconto consistente, per ripicca, in segno di sprezzo, prendo tutto e lo scaravento nel cassonetto per la raccolta degli indumenti usati che sta proprio davanti al negozio, nel richiudere il cassonetto però mi strappo il deltoide. Faccio causa alla Caritas, dopo due minuti che i miei legali hanno depositato gli atti in tribunale mi suonano alla porta tre funzionari della Caritas, li riconosco perché indossano le pantofole in peluche di Armani Jeans, cercano un compromesso ma io gli chiudo la porta in faccia senza offrire nemmeno un caffè. La notte stessa mi sparisce il cane, lo rivedo in TV la domenica seguente stretto minacciosamente tra le braccia del Santo Pontefice che dal balcone di Castel Gandolfo recita l’Angelus sfoggiando un paio di grossi baffi disegnati col cerone. Lì capisco che forse ho fatto il passo più lungo della gamba.

martedì 21 settembre 2010

domenica 19 settembre 2010

ANTI-SHOCK SYSTEM

Ti bastava dire che mi avresti tenuto la mano tutto il tempo e ci sarei venuto, perché sento che mi sto perdendo in questa desolata solitudine.

giovedì 16 settembre 2010

PII MACI

Imparo tantissimo, ci sono costretto, il capo dapprima in malattia e ora part-time (causa ernia del disco), e la baracca è dura da tirare avanti se non sai le cose. Imparo.
A registrar fatture son veloce come Senna sul bagnato, il tastierino numerico lo so a memoria, non mi serve guardarlo per buttar dentro cifre.
Ho i tendini dell'avambraccio incriccati, spalle e collo indolenziti. All'ora di pranzo torno a casa, in dieci minuti mangio e riparto per l'ufficio, lavoro anche il sabato mattina.
Stato d'emergenza, non perdo tempo con le mie incertezze, si fa così e se non va bene pazienza, tanto sono scusato, anche se c'è chi si lamenta lo stesso. Grattacapi via cavo, e i soliti che se ne approfittato per fare i furbi e scaricare magagne o lavarsene le mani. Arriverà il giorno mi dico, ma non puoi sederti in riva al fiume ad aspettare il cadavere del tuo nemico se il tuo nemico vive al mare.
Da due settimane a questa parte ogni lunedì ricevo un cazziatone dal capo del capo del capo del mio capo, una delle poche figure autoritarie dell'azienda di cui tutti hanno timore tranne me, so che un po' mi crede un genio, ma in realtà mi sopravvaluta, in fondo sono solo un'idiota molto fortunato.

lunedì 13 settembre 2010

OPEN YOUR HEART... I'M COMING HOME


Hey you, out there in the cold
Getting lonely, getting old

Can you feel me?

(Hey You - Pink Floyd)


Per quanto il sole sia così invitante nessuno verrà ad occupare il posto accanto al mio sul gradino di queste scale che danno sulla strada. La vecchia metafora della strada sbagliata quando la strada sbagliata che nessuno vuol percorrere sono io. Patetica la mia mente si contorce pretendendo di credere che quell'ombra che s'avvicina sia tu, consolandomi, in caso contrario, che non averti è un po' come averti... salvata.

domenica 12 settembre 2010

ALLA FINE DELLA CORSA

Se alla fine della corsa ci fossi tu
Aumenterei l’andatura o indugerei
Godendomi l’attesa fino all’ultima curva
Prima dell’arrivo?

Se ci fossi tu alla fine della corsa,
che mi aspetti,
questo male nelle gambe non lo sentirei,
e spenderei tutto il fiato.

Se alla fine della corsa ci fossi tu
Troverei finalmente un senso
A tutto questo penare,
Mi lascerei andare.

sabato 4 settembre 2010

AD

...e a volte ti aggrappi ad una speranza, ad un sollievo che speri duri abbastanza, ad un gesto richiesto ed ottenuto, ad un suo saluto.

Pensieri vani bisbigliati ad un muro...

Le donne dei siti d'incontri

Le foto delle donne dei siti d'incontri mediamente sono di qualche anno fa. Loro sembrano più alte e slanciate di quanto non si capisca....